Tre i sindaci che fanno il loro ingresso a Palazzo D’Aimmo in un’assemblea rinnovata per il 65%. Sono infatti 14 le new entry in Consiglio regionale. Molti gli esclusi eccellenti, per la maggior parte tra le fila del centrosinistra che regista la più grave sconfitta elettorale e politica nella storia della Regione, una vera e propria Caporetto. Solo due gli eletti.
Grazie al premio di maggioranza della nuova legge elettorale, che in questa tornata ha fatto il suo debutto, il centrodestra porta nella massima assise istituzionale dodici inquilini più il governatore Donato Toma. Nutrita la pattuglia della provincia di Isernia dove, più che altrove, il collegio unico ha trovato detrattori: le regole del gioco non hanno penalizzano affatto l’area pentra che sarà rappresentata nella XII legislatura da 7 consiglieri. Nonostante l’introduzione della preferenza di genere, le quote rosa restano al palo. Solo tre le donne che hanno convinto l’elettorato, una in più rispetto al 2013. Fuori dal parlamentino il Movimento Sovranista e il Popolo per la Famiglia che correvano sotto l’insegna del centrodestra, ma a digiuno di rappresentanza restano tutti le sigle del centrosinistra tranne il Partito Democratico.
Questa la ripartizione dei seggi e i consiglieri eletti anche se per l’ufficialità si dovrà attendere il sigillo della Corte d’Appello.
MAGGIORANZA. Nuovo governatore della Regione Molise è Donato Toma che nel suo primo mandato dovrà mettere d’accordo sette alleati. Forza Italia è il primo partito della coalizione con tre consiglieri: l’uscente Nicola Cavaliere, il sindaco di San Polo Armandino D’Egidio e il consigliere comunale di Isernia Roberto Di Baggio. Per Orgoglio Molise entrano a Palazzo D’Aimmo il presidente del Consiglio uscente Vincenzo Cotugno e l’ex primo cittadino di Campodipietra Gianluca Cefaratti. Tutta ‘rosa’ la lista della Lega di Salvini che premia la coordinatrice provinciale Aida Romagnuolo e la consigliera comunale di Isernia Mena Calenda. Confermato per un altro mandato Vincenzo Niro di Popolari per l’Italia, lista che elegge anche il sindaco di Vastogirardi Andrea Di Lucente. Rieletto pure il consigliere Salvatore Micone (Unione di Centro). Dopo un’assenza durata diversi anni torna in via IV Novembre Quintino Pallante (Fratelli d’Italia) che nel 2006 mancò lo scranno a Palazzo D’Aimmo per sole 8 preferenze (fu poi ripescato come assessore esterno all’Ambiente e Protezione civile) e nel 2008 quello parlamentare: Silvio Berlusconi, eletto in tutte le regioni, scelse proprio il seggio molisano. Da 28 anni in Regione, dove ha ricoperto tutte le cariche – da consigliere, assessore, vicepresidente e governatore – Michele Iorio resta saldamente in sella anche se una sentenza di secondo grado (il cui reato è andato in prescrizione) lo condanna a restare qualche tempo lontano dall’aula in attesa del verdetto della Cassazione. La vicenda giudiziaria riguarda la cessione delle quote dello Zuccherificio a Remo Perna per le quali la Regione – questo l’accusa mossa all’ex presidente Iorio – non fece prevalere il diritto di prelazione. In caso di decadenza, a meno che la Suprema Corte non si pronunci prima, al posto del leader di Noi con l’Italia dell’onorevole Fitto subentrerà Eleonora Scuncio facendo così salire a quattro le rappresentanti del gentil sesso.
OPPOSIZIONE. A fare la parte del leone tra i banchi della minoranza sarà il Movimento 5 Stelle, grande favorito della vigilia, con sei consiglieri eletti. Confermata Patrizia Manzo, campionessa di preferenze con quasi 7mila voti. Seguono Angelo Primiani di Vinchiaturo (figlio dell’ex comandante dei Vigili urbani di Campobasso), Andrea Greco arrivato terzo sul proporzionale per il qualche però scatta anche il seggio come candidato presidente secondo arrivato, il manager di Venafro Vittorio Nola, Valerio Fontana di Termoli e Fabio De Chirico di Campobasso.
Fanalino di coda il Pd con i consiglieri Vittorino Facciolla e Micaela Fanelli. Per l’assessore all’Agricoltura della giunta Frattura è una riconferma, la sindaca di Riccia invece è una new entry. Entrambi il 4 aprile erano candidati al Parlamento, il primo sul collegio maggioritario mentre la seconda sul proporzionale.
I ‘TROMBATI’. Il responso delle urne si rivela nefasto per il delegato alla Protezione civile Salvatore Ciocca, quello alla Cultura Nico Ioffredi e alla Caccia Cristiano Di Pietro figlio di Tonino. Palazzo D’Aimmo off limits anche per l’assessore uscente ai Lavori pubblici Pierpaolo Nagni e il consigliere Francesco Totaro (Liberi e Uguali) da 18 anni in Consiglio regionale.
Nel centrodestra restano fuori Carlo Perrella (figlio di Angiolina Fusco) e gli uscenti Pippo Sabusco e Massimiliano Scarabeo. Per quest’ultimo le porte del Palazzo potrebbero riaprirsi a breve con la nomina della giunta Toma e le dimissioni dell’assessore di Forza Italia. Spera di essere ripescato così anche Filoteo Di Sandro, primo dei non eletti in Fratelli d’Italia.
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Un Commento

  1. Francesco Iacobucci scrive:

    Il mio Molise ha dimostrato (dopo la sbandata di 5 anni fa),che e’ fatto di gente con “la coccia”, infatti non ha sbagliato nuovamente e non ha abboccato con questi traditori di 5 stelle verso i quali confesso, anche io avevo speranza. Ora avanti con Salvini,uomo di parola e non traditore basta guardare dove governa e ci rendiamo conto che abbiamo fatto la cosa giusta, e’ l’ultima speranza, peggio di questi che abbiamo cacciato non puo’ fare poi se fra 5 anni non ha mantenuto le promesse, si caccia anche lui, ma sono sicuro che ci dara’ una mano.Forza Molise, al lavoro.

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