Lo aveva annunciato durante la seduta sulle linee programmatiche del governatore Toma: Micaela Fanelli propone l’istituzione di una commissione Affari comunitari. Lo fa con una proposta di legge firmata insieme al collega consigliere del Pd Vittorino Facciolla, Fanelli infatti parla a nome del gruppo dem di Palazzo D’Aimmo. Un organismo, spiega, «senza costi aggiuntivi per i molisani, composta dalle forze politiche rappresentate in Consiglio regionale, per offrire al Molise uno strumento supplementare in grado di monitorare e dirigere tutte queste partite e in particolare i negoziati europei in corso sul bilancio Ue per il periodo post 2020».
Una commissione che assume una connotazione particolare perché nel prossimo ciclo di programmazione 2021-2027 il Molise tornerà fra le regioni meno sviluppate dell’Ue.
All’indomani dell’incontro fra il presidente Toma e il ministro del Sud Lezzi, Fanelli offre qualche spunto sui temi affrontati, o non affrontati, nel confronto. Riguardo alla Zona economica speciale, a suo parere la migliore collocazione è con la Puglia «la cui Zes arriva alla zona di Manfredonia, a ridosso quindi del nostro territorio».
Quanto alla programmazione Ue, il Molise torna fra le regioni europee ‘less development’, quelle meno sviluppate. «Una notizia che circolava ufficiosamente da un po’ di tempo, certificata in questi giorni dalla proposta ufficiale della Commissione europea, ma che non ci lascia spiazzati. Tutt’altro. Le cause della regressione – dice Fanelli – vanno ricercate nell’arretramento economico di molte regioni europee, italiane incluse. Il loro Pil, nel lungo periodo della crisi, è infatti sceso e la fotografia italiana complessiva che se ne deduce è purtroppo così negativa da ‘spostare’ Marche, Umbria e Abruzzo in area di transizione, Molise e Sardegna nelle ex aree di ‘convergenza’. A questo si è aggiunta la “retromarcia” di tutte le altre regioni, tale da comportare una ipotesi di assegnazione di budget all’Italia migliore del precedente ciclo di programmazione, nonostante il taglio complessivo delle risorse destinate alla coesione dalla nuova pianificazione europea. Dunque, se la notizia è negativa, l’effetto non è un male assoluto, perché in prospettiva significa avere più fondi strutturali per il nostro territorio».
Il negoziato compete a Roma, dove c’è – rileva Fanelli – un governo a trazione nordista ma con una ministra del Sud. Potenzialmente, per il Molise ci sono più risorse ma l’allocazione viene decisa a livello nazionale. L’esponente dem invita quindi Toma a cominciare a impostare il set di indicatori e le modalità attuative per lavorare insieme alle altre Regioni del Sud «a un riparto che ci veda favoriti nell’assegnazione delle risorse».

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