Il suo contenuto, o meglio la contestazione del suo contenuto, è costata a Repubblica l’anatema del vicepremier Di Maio. I giornali, dice il capo dei 5s, pubblicano fake news e perciò stanno morendo come quelli del Gruppo L’Espresso.
A volte, però, i giornali hanno a che fare con provvedimenti quanto meno incompleti. Il testo del decreto fiscale aggiornato al 5 ottobre ore 12 che circola su internet – su siti specializzati in informazione finanziaria (ad esempio money.it) – per esempio riporta solo il titolo di un articolo che, come gli altri non ha numero. È comunque il quarto del Titolo II (altre disposizioni urgenti) del decreto fiscale. C’è, appunto, solo il titolo: «Commissari Calabria Molise Piani di rientro (RGS)».
Cosa decida il governo Conte sui commissari della Calabria e del Molise non è dato sapere ancora. Anche se in serata le agenzie confermano l’intenzione del ministero della Salute di andare avanti sull’incompatibilità fra governatori e commissari. Qualcuno, tra i bene informati della politica regionale, commenta che se non fosse stato per la Lega in Molise sarebbe già arrivato il tecnico che vogliono i 5 Stelle (un prefetto o la new entry nel toto-nomi Gallo). Il fatto è che però non viene nominato affatto il commissario da cinque mesi.
Reagisce allora, e per la prima volta chiama in causa proprio la Lega, il governatore Donato Toma. «Dopo che lo stesso Presidente della Repubblica Mattarella ha stralciato dal “Decreto emergenze” l’articolo sull’incompatibilità tra l’attività di commissario alla sanità e quello di presidente di Regione, il governo riprova a penalizzare il Molise attraverso il decreto fiscale. Un vero e proprio accanimento – accusa – contro i molisani. È incredibile: finalmente nella nostra Regione c’è un presidente che ha studiato e che conosce nel dettaglio tutte le problematiche sanitarie del territorio, e che, legittimato dal voto popolare, vuole assumersi la responsabilità delle relative soluzioni, ma l’esecutivo predispone norme contra personam per bloccare quel presidente. Come dice un vecchio adagio, errare è umano, ma perseverare…».
Ricorda il pronunciamento unanime della Conferenza delle Regioni a favore della sua nomina e l’odg votato dal Consiglio. «Non posso credere – rimarca Toma – che il vicepremier Salvini, il sottosegretario Giorgetti e la delegazione al governo della Lega – i cui esponenti sono parte integrante della mia maggioranza e rappresentati finanche nella mia giunta regionale – possano permettere di perpetrare una tale ingiustizia, non tanto contro il presidente della Regione, ma contro i molisani. Da cinque mesi il nostro territorio è senza commissario ad acta, una cosa intollerabile. Per me, per la mia giunta e per la mia maggioranza la tutela al diritto alla salute è sacra e andremo avanti per la nostra strada contro ogni scelta che possa penalizzare i nostri concittadini».
Per i 5 Stelle Toma «continua a personalizzare una battaglia che personale non può essere. Lo sfacelo creato in sanità dalla politica, prima con il centrodestra e poi con il centrosinistra, ci impone un cambio di strategia e questa strategia non prevede che l’attuale governatore sia commissario». Nel merito, deputati e senatori molisani pentastellati richiamano l’intesa del 2014 in Conferenza Stato-Regioni che ha approvato il nuovo Patto per la Salute e prevede appunto l’incompatibilità fra gli incarichi di presidente e commissario. La norma sospesa con la Finanziaria del 2017. E che i 5 Stelle vogliono invece ripristinare.
ritai

Un Commento

  1. Mariella Mastroberardino scrive:

    Sono d’accordo sull’incompatibilità, ma sono mesi e mesi che noi molisani attendiamo la nomina di questo benedetto commissario!
    Possibile che dobbiamo sempre essere trattati come la Cenerentola d’Italia??
    Questo Ministro della Salute fa acqua da tutte le parti, e lo sta dimostrando in primis con la sua NON visita in Molise all’indomani del decesso per malasanità del povero quarantasettenne di Larino, in secondo luogo attraverso il patetico balletto sui vaccini.
    Ed intanto il Molise agonizza…

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