Lo aveva promesso in campagna elettorale incontrando le eccellenze del territorio nel tour del “Molise che produce”. Ora, in qualità di vicepresidente della giunta regionale e di assessore alle Attività produttive, Vincenzo Cotugno ha mantenuto la sua promessa e, insieme al governatore Donato Toma, ha incontrato imprese e operatori economici dei tre Consorzi industriali molisani (Venafro-Pozzilli, Campobasso-Bojano e Termoli). Tre incontri molto partecipati, durante i quali il governo regionale ha sostenuto un primo confronto con le categorie produttive della regione, presentando nel contempo non solo i primi provvedimenti adottati ma anche anticipando alcuni contenuti del Def 2019-2021: centinaia di milioni di euro da investire per rilanciare il tessuto produttivo molisano, cercando di invertire il trend occupazionale di questi ultimi anni.
Assessore Cotugno, avete chiamato a raccolta gli imprenditori molisani e la risposta è stata più che positiva. Quali le sue impressioni?
«La grande partecipazione di imprenditori agli incontri organizzati insieme con il presidente Toma e i dirigenti regionali ci ha confermato, se ancora ce ne fosse stato bisogno, che i molisani vogliono ripartire con forza e determinazione e che la fiducia in questo governo regionale è altissima. Ma la fiducia deve essere reciproca e io, mi creda, ho sempre sottolineato la presenza in Molise di imprenditori capaci, seri e intenzionati a scommettere sul territorio invece che fuggire altrove. Questi incontri ne sono la conferma. Adesso, insieme, politica e impresa, devono fare “lobby”, quella sana dico io, e percorrere un cammino comune per invertire la rotta: dobbiamo lasciarci alle spalle la decrescita e la stagnazione di questi ultimi anni per ritrovare slancio nei consumi e negli investimenti. Solo sommando gli effetti della domanda interna con quelli dell’export potremo restituire smalto ai vari settori della nostra economia».
Quali sono le principali iniziative illustrate e che caratterizzeranno il 2019?
«Le maggiori misure riguardano le opportunità legate alla Zes, ai fondi Pon, ai bandi sulle start-up, alle misure europee e al bando uscito alcuni giorni fa per lo sviluppo del sistema albergo diffuso e la micro-ricettività. Abbiamo illustrato nel dettaglio queste enormi opportunità affinché ogni imprenditore possa cogliere in queste misure la possibilità di poter rilanciare la propria azienda, rimodernarla e valorizzare le professionalità all’interno. Competitività nel mercato globale: le nostre aziende ci chiedono di poter esaltare le “eccellenze” per essere al passo di un mercato sempre più globalizzato. Il manufatturiero molisano, le nostre piccole e medie imprese, i nostri artigiani, hanno da parte loro l’esperienza e la competenza in ognuno dei settori di riferimento, considerando anche e soprattutto il settore agroalimentare. Il compito delle istituzioni? Mettere a disposizione misure economiche efficaci e accompagnare le imprese in questo percorso. Senza imprese non c’è sviluppo, non c’è occupazione, non c’è futuro! Secondo qualcuno la politica non deve “sporcarsi” le mani dentro le aziende: è tutto il contrario, la politica deve avere il coraggio di programmare e sostenere a pieno le aziende, accompagnarle nei percorsi amministrativi affinché i bandi non rimangano solamente opportunità “incomprensibili”».
Fuori dal “politichese”: quali le misure messe in campo?
«Nel 2018 abbiamo portato a compimento i bandi per l’area di crisi complessa, ammettendo ad agevolazioni oltre 100 imprese per un totale di 30 milioni di investimenti e 15 di contributi concessi, con un’aspettativa in termini occupazionali di circa 450 nuove unità lavorative a regime. A ciò si aggiungano i due bandi promossi dal nostro governo, quello per sostenere progetti di ricerca e sviluppo che prevedeva 5,8 milioni di contributi, andato esaurito in pochi giorni, e l’altro dedicato alle start-up innovative, denominato High tech Business, che si è chiuso proprio in questi giorni e che ha visto ben 106 domande di agevolazione. A ciò si aggiungono i 32 milioni di investimenti che ci attendiamo dal bando per lo sviluppo del sistema albergo diffuso e la micro-ricettività. Dunque, tra il 2019 e il 2020 in Molise si spenderanno quasi 100 milioni di euro mediante programmi di investimento già vagliati e approvati e che in gran parte andranno a beneficio delle aziende del comparto edile, il più danneggiato dalla crisi economica di questi anni. Tra ristrutturazioni, adeguamenti e nuove costruzioni, saranno spesi tra i 40 e i 50 milioni di euro in opere civili e impianti, tutti lavori che saranno appaltati direttamente dai privati alle tante aziende molisane operanti sul territorio».
Il bando sulla micro-ricettività sta destando grande interesse, sarà davvero una delle azioni più importanti di quest’anno?
«Beh, è di certo la prima, ma di sicuro non la più importante: contiamo con il presidente Toma, subito dopo l’approvazione del Def, di poter annunciare nuove e più cospicue dotazioni per ulteriori misure a favore delle piccole e medie imprese molisane. Quanto alla micro-ricettività l’attesa è notevole per due ragioni: in primis, perché questa volta si danno agevolazioni alle imprese e non alle persone fisiche, che magari sperano con i soldi della Regione di ristrutturarsi la casa. Il bando è rivolto esclusivamente a società che operano nel settore turistico-ricettivo, questo significa garantire la serietà dei programmi di investimento, la possibilità di creare nuovi posti di lavoro stabili, generare un nuovo modello di economia circolare che trova nel turismo il suo baricentro naturale. A questo si aggiunge la possibilità di ammettere a contributo anche le nuove imprese, quindi offrire a tante famiglie e soprattutto a tanti giovani desiderosi di avviare un’impresa in ambito turistico un’opportunità seria di sviluppo, fornendo loro mezzi adeguati attraverso un piano di spesa che prevede la possibilità di ricevere un contributo a fondo perduto fino al 50%. Ma il bando è importante anche perché punta a riqualificare il centro storico dei nostri borghi, aiutando così i piccoli comuni molisani a combattere lo spopolamento e l’isolamento. Il bando scadrà il 15 marzo, entro fine anno sarà concluso l’iter per l’assegnazione dei fondi e quindi sarà possibile richiedere il 40% di anticipo per dare inizio ai lavori. Come ho già detto, si tratta di un’opportunità straordinaria anche per gli operatori del comparto edile, cui andranno la maggior parte delle somme spese. Tant’è vero che l’Acem, l’associazione delle imprese edili molisane, ci ha chiesto un incontro pubblico per conoscere tutti i dettagli dell’iniziativa. Incontro che intendo allargare ai settori potenzialmente coinvolti, artigianato e commercio per esempio, affinché si capisca con esattezza cosa prevedono le misure proposte. Voglio sottolineare questi aspetti anche per dimostrare quanto siano strumentali i continui tentativi di alcuni di trascinare il governo regionale in una polemica quotidiana, additando ogni nostra proposta come una catastrofe. Il tour nei Consorzi industriali credo abbia dimostrato a tutti che le imprese molisane non hanno né bisogno né voglia di polemiche. Io sono un imprenditore prima che un uomo delle istituzioni e so per esempio che il primo costo che un’azienda non può permettersi è l’incertezza: ecco perché il nostro compito consiste appunto nel fornire un orizzonte chiaro e ben definito a tutti gli operatori economici della nostra regione affinché ciascuno possa ben programmare i propri investimenti e le proprie energie. Come dico sempre: la Regione non può essere la soluzione, ma non deve diventare un problema».
Quando parla di polemiche si riferisce al Piano strategico del Turismo e della Cultura?
«Questo piano potrebbe essere l’occasione più importante per ridare un’identità alla nostra regione! Mai si era messa in moto una macchina così veloce per scrivere il futuro del Molise. Ci attendono sei mesi di lavoro, nei quali l’intero territorio, tutti i settori, saranno coinvolti per definire il Piano strategico attraverso incontri e tavole rotonde. Partiamo dal basso come era ovvio fosse, e non dai palazzi della politica come qualcuno avrebbe voluto ascoltando le affermazioni rese nel corso del Consiglio regionale di qualche giorno fa. Sarà il territorio ad indicare la strada, a noi il compito di fare sintesi e redigere un Piano sostenibile, ambizioso e capace di attrarre il maggior numero di visitatori nella nostra terra. Sarà anche l’occasione per disegnare un nuovo modello di regione, di declinare in maniera compiuta la nostra identità attraverso il riconoscimento delle tante peculiarità e singolarità presenti in Molise. Daremo vita ad una grande operazione di marketing territoriale i cui benefici saranno la ricaduta in termini economici per le imprese molisane, per la giusta valorizzazione delle nostre “eccellenze” per troppo tempo abbandonate, e per incrementare in tutti noi l’orgoglio di essere molisani!».
Non possiamo non parlare di politica. Dopo la crisi della Befana, come definirebbe il suo rapporto con Toma?
«Quella della Befana non è stata affatto una crisi, ma la semplice messa a punto di una macchina nuova i cui ingranaggi necessitavano di essere ben regolati. Quanto al presidente Toma, posso solo dirvi che è un fiume in piena! (l’assessore sorride). La sua voglia di fare e di rimettere il Molise sulla strada giusta è contagiosa. In questi otto mesi ha svolto un lavoro straordinario, tracciando da subito un percorso che rilanciasse la nostra regione mettendo al servizio dei molisani le sue tante competenze e professionalità. D’altronde, se abbiamo potuto incontrare gli imprenditori molisani guardandoli negli occhi e offrire loro un ventaglio concreto di opportunità di sviluppo è perché negli ultimi otto mesi si è compiuto uno sforzo notevole non solo per recuperare quei fondi che rischiavano di andare perduti, e parliamo di milioni di euro, ma anche per attivare una serie di misure per favorire simultaneamente tutti i settori produttivi. L’idea è quella di provocare uno shock, scuotere i molisani dal torpore degli ultimi anni, riattivare la domanda interna e i consumi, sprigionare fiducia. E sono convinto che in questo il presidente Toma svolgerà un ruolo determinante. Il Molise ha cambiato passo e la gente se ne è accorta, se ne sono accorti le imprese, il mondo bancario, le associazioni di categoria che fanno a gara per sedersi ai tavoli del governo regionale poiché hanno inteso che il presidente è uomo concreto. Dobbiamo crederci, tutti insieme, il successo non è mai il frutto del talento di un singolo, ma è sempre il risultato di un lavoro di squadra e il Molise conta una squadra di 300mila persone che devono remare tutte nella stessa direzione: se questo sarà, allora potremo davvero goderci un futuro di speranza e di successo per noi e per i nostri figli».
ppm

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