Donato Toma ha letto sulla stampa delle decisioni cui è giunto il tavolo nazionale riunito ad Arcore da Berlusconi con la partecipazione di Salvini e Meloni. E ha avuto qualche conferma da ambienti politici. Però nessuna ufficializzazione.
Forza Italia indicherà il nome del candidato sindaco di Termoli, per Campobasso oltre alla casella andata alla Lega c’è già pure il nome: quello del consigliere di Palazzo San Giorgio Alberto Tramontano. E la tensione è palpabile, anche perché solo venerdì c’è stato l’ultimo incontro del tavolo locale e i civici hanno messo sul banco le loro proposte.
«Io ho inteso questa indicazione come un suggerimento del tavolo nazionale e non come un’imposizione. Se il tavolo locale confermerà questo suggerimento, per me va bene. Se non lo dovesse confermare, allora lo consideriamo un accordo fra tre partiti e vedremo cosa fare».
Nulla quaestio sul nome e in genere sui nomi circolati finora, «non è una questione di persone». L’obiettivo di Toma, però, che poi è alla base del mandato che il tavolo regionale del centrodestra gli ha affidato – l’ultima parola per fare sintesi – è mantenere l’unità della coalizione. Il momento è delicato, la Lega viene fuori dall’espulsione non indolore della consigliere Calenda e Romagnuolo che ai tavoli per le amministrative siedono col movimento ‘Prima il Molise’. E a giorni il bilancio della Regione approderà in Aula.
«Io non voglio che il centrodestra si sfaldi, quindi ascolterò tutti. Se la base o i partiti mi dovessero chiamare pubblicamente in causa, darò una mano per dirimere la questione», assicura Toma.
La richiesta di primarie, rinnovata qualche giorno fa, era stata accantonata senza polemiche proprio perché Toma ha convinto i promotori della bontà di percorsi diversi. Ora questa fuga in avanti, comunque un’azione decisa del Carroccio, riaccende la fibrillazione. Il governatore afferma di comprendere il disappunto espresso da alcune forze politiche dello schieramento. Ma si mette a disposizione per la mediazione e la sintesi. E si aspetta, è evidente, che tutti collaborino a non spaccare il centrodestra. «Un sassolino nello stagno comunque crea cerchi fino alla riva. Diciamo – avverte – che io sto sulla riva».

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