È la tedesca Ursula von der Leyen – per la prima volta una donna a capo della commissione Ue – il successore Jean Claude Juncker. Questo il responso: 383 voti a fronte di 327 contrari. Decisivi i 14 sì degli eurodeputati M5S, non organici alla maggioranza a Strasburgo. Al sì dei pentastellati si è contrapposto il no della Lega.
Anche l’eurodeputato di Forza Italia (come tutto il fronte dei Popolari e dei Socialisti) Aldo Patriciello ha votato «in favore di Ursula von der Leyen con convinzione, non soltanto perché ritengo sia una figura politica di grande esperienza e una convinta europeista, ma anche perché sono certo che saprà guidare la Commissione in maniera energica ed indipendente dagli interessi dei singoli Stati, dotandola di tutti gli strumenti necessari per affrontare le urgenti sfide che attendono l’Europa nei prossimi anni».
Soddisfazione anche sulle «parole e i punti programmatici ascoltati in Aula da parte di Ursula von der Leyen. La sua elezione a presidente della Commissione europea è una scelta che, oltre ad aver riscosso un ampio consenso tra i deputati del Parlamento europeo, assume altresì un significato politico rilevante considerando che, per la prima volta nella storia dell’Unione, viene nominata una donna. Mi auguro che il Parlamento europeo sia in prima linea per sostenere e appoggiare con convinzione i punti del programma che abbiamo ascoltato nel corso della seduta plenaria».
Eurodeputato che ha accolto con buon auspicio il programma della Commissione per il prossimo quinquennio: «È certamente ambizioso». Per questo «non basta votarlo, occorre soprattutto attuarlo, a cominciare dalla riforma del regolamento di Dublino sulla gestione dei flussi migratori».
D’altronde a chiedere un cambio di passo dell’Europa sono i cittadini: «Vogliono un’Europa più forte, più unita, più democratica. Un’Europa indipendente non solo sotto il profilo politico ma anche sul piano energetico; che scommetta sull’innovazione e sulla crescita industriale; che difenda le libertà come anche il commercio e le nostre imprese dalla concorrenza sleale; che protegga le fasce deboli, lo stato di diritto e i valori su cui si fonda la nostra Unione».

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