Giovedì scorso insieme ai colleghi di maggioranza Michele Petraroia e Vincenzo Niro, hanno votato contro la legge istitutiva dell’Egam. A due giorni da dall’approvazione del testo in Consiglio regionale passato con soli dieci voti a favore e nove contrari, Francesco Totaro (Democratici progressisti) e Massimiliano Scarabeo (capogruppo Pd) lanciano l’idea di un referendum popolare abrogativo. Un’iniziativa forte per evitare «l’efficacia di una legge – denunciano i due consiglieri – che consente l’ingresso privatistico nelle gestione del primo bene pubblico per eccellenza che è l’acqua».
Al momento – fanno sapere i due esponenti di maggioranza – si sta valutando sia tecnicamente che giuridicamente la possibilità di ricorrere all’istituto referendario popolare abrogativo del provvedimento che istituisce l’Ente di governo dell’ambito del Molise per la gestione delle risorse idriche della nostra regione. Qualora la valutazione risulti positiva, Totaro e Scarabeo invitano tutti i gruppi politici che hanno manifestato il loro dissenso, di aderire all’iniziativa per rendere inefficace «quella che è definita una legge scellerata contro i cittadini molisani e la sua risorsa più importante».
E di riforma debole e confusa parlano anche i 5 Stelle che tornano sui motivi ragioni che hanno indotto il Movimento a votare contro la legge in Consiglio regionale. Le ragioni dei pentastellati si muovono su tre piani paralleli: motivi gestionali, finanziari e strategici.
«Da quando è entrato in Consiglio regionale – spiegano i consiglieri Federico e Manzo – il Movimento 5 Stelle Molise si è battuto per una gestione pubblica dell’acqua, per fare in modo che un bene collettivo universale non venisse degradato a merce. Sono stati anni di battaglie, di atti depositati e tanta informazione. Ma ciò a cui abbiamo assistito giovedì – aggiungono i pentastellati – con l’approvazione della riforma del sistema idrico integrato, non è altro che una toppa insufficiente a coprire un buco enorme fatto di ritardi, omissioni e mancanze da parte del Governo regionale».
Insieme ai due consiglieri del Movimento hanno detto no all’Egam oltre ai quattro consiglieri del centrosinistra (Totaro, Niro, Petraroia e Scarabeo) anche tre del centrodestra (Fusco Perrella, Iorio e Cavaliere). Ma i grillini ci tengono a marcare la differenza tra la loro posizione e «le contorte strategie e le ormai evidenti spaccature interne a centrodestra e centrosinistra».
I 5 Stelle hanno bocciato un progetto di riforma «debole e confuso» . Perché l’Egam, l’ente di governo d’ambito formato dai Comuni e chiamato a indicare la società che gestirà il servizio è ancora avvolto da molti dubbi. Secondo i rappresentanti pentastellati a Palazzo D’Aimmo «le procedure proposte e approvate dal governo regionale non garantiscono al 100% la gestione pubblica dell’acqua».
Il padre di tutti i mali è però il Decreto Sblocca Italia del governo Renzi che «conferma alcuni principi che tendono a privatizzare l’acqua, come la possibilità di remunerare il capitale investito nella gestione del servizio e affidarla al privato nonostante al referendum del 2011 milioni di italiani hanno sottoscritto un principio, ovvero che la gestione dell’acqua è e deve rimanere pubblica».
Stando così le cose il Governo nazionale proprio in virtù dello Sblocca Italia potrà impugnare qualsiasi – secondo i grillini – qualsiasi indicazione in legge che porti una gestione pubblica dell’acqua. Una questione questa che poteva risolversi almeno tre anni fa se solo la Giunta Frattura non avesse tergiversato. Così come non ha voluto «ascoltare» il Movimento quando segnalava l’anomalia delle procedure per la costituzione dell’Egam da farsi con legge del consiglio regionale e non con delibera di giunta.
«La Regione – dicono oggi i grillini – quasi per orgoglio, ha voluto attendere il verdetto del Tar che ha poi bocciato le sue procedure. Intanto si è perso altro tempo invece di creare una società in house di Comuni molisani, quindi interamente pubblica, che avrebbe potuto gestire il sistema idrico lontano da interessi privati». Invece con il progetto di riforma appena approvato «restano intatte le perplessità che abbiamo già espresso negli ultimi giorni, per altro già presenti in una nota formale presentata nelle scorse settimane all’Ufficio di presidenza. Preoccupa il fatto che a causa di un emendamento approvato dalla maggioranza tutto sarà delegato alla volontà dei sindaci, “qualora l’Egam scelga la forma di gestione mediante affidamento diretto” a una società in house. Istituito l’ente, però, ad oggi non esiste nessuna società 100% pubblica a cui possa essere affidato il servizio.
Per fortuna grazie ad alcuni nostri emendamenti saranno pubblicati tutti i verbali e le determinazioni delle sedute del Comitato d’Ambito e tutti i cittadini potranno assistere alle riunioni dell’Ente.
Restano però senza risposta i nostri dubbi sulla strada percorsa che con ogni probabilità non porterà alcuna garanzia per la pubblicità dell’acqua, sulle risorse finanziarie che dovranno impiegare i Comuni per l’istituzione e il funzionamento di Egam, nonché sui rapporti che potranno instaurarsi con Molise Acque e non si capisce quanto i Comuni dovranno sborsare per poter entrare nell’Ente come previsto dalla legge. Il Movimento 5 Stelle Molise ha cominciato il dialogo portando gli enti locali al tavolo di confronto. La Regione è andata invece per la propria strada senza coinvolgimento. Un quadro sconfortante che ha portato il M5S ad abbandonare più volte i lavori di commissione e a votare no alla legge in Consiglio regionale».

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