Trovata la quadra. O quasi. Chi ha partecipato al consueto briefing di maggioranza ieri, a ora di pranzo, si dice convinto che stamattina il Garante dei diritti della persona sarà eletto. Dovrebbe essere eletto.
Cinque votazioni a vuoto, il braccio di ferro interno al centrosinistra ha bloccato la nomina per settimane. I nomi che uscivano dall’urna, sempre quelli. L’avvocato Romeo Trotta e Leontina Lanciano, il primo con più preferenze ma comunque non tutte quelle che servono in base alla legge, si sono contesi il favore delle varie anime dello schieramento. Outsider Gianmario Fazzini, ma la lotta sembrava fra i primi due. Il centrodestra rispose con la provocazione dell’ex governatore Iorio: scelte Italo Di Sabato, attualmente responsabile dell’Osservatorio sulla repressione.
Il Garante racchiude le competenze di tre istituzioni: sui minori, sui detenuti e in generale sui cittadini nei confronti della Pa (il Difensore civico). Ieri, in una riunione degli 11 meno affollata del solito (mancava più di qualcuno) si sarebbe deciso di affidare la quadratura del cerchio ad un confronto, e successiva intesa, bilaterale. In pratica si è dato mandato al governatore Paolo Frattura e alla consigliera Nunzia Lattanzio (prima firmataria della legge che ha istituito il Garante) di scegliere fra i nomi realmente sul tavolo (nessuno vuole sbottonarsi però su quali siano, quindi potrebbe venir fuori una sorpresa) e di condividere stamattina con tutti gli esponenti della maggioranza il risultato del negoziato.
L’elezione del Garante è il primo punto all’ordine del giorno della seduta di stamattina. Subito dopo il dibattito sull’adozione del piano energetico.

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