Quarantasei anni, quattro aborti spontanei, di cui una gravidanza extrauterina. A settembre dello scorso anno scopro di essere in dolce attesa. Ripeto due volte il dosaggio della “beta”. Le sensazioni dei primi istanti sono state terribili: piangevo di gioia, ma nel contempo ero terrorizzata perché temevo che potesse accadermi ancora una volta di dover subire il dolore della perdita. Con l’ulteriore aggravante dell’età che ormai avanza inesorabile.
Agli inizi di giugno è nata la mia bimba. Sta bene, è dolcissima e bellissima.
Sentivo da qualche giorno il dovere di prendere “carta e penna” per esprimere i miei sentimenti di profonda riconoscenza nei riguardi della sanità pubblica molisana, in particolare quella dell’ospedale Cardarelli di Campobasso.
La gravidanza non è stata proprio una passeggiata, ma grazie all’alto livello delle cure ricevute, oggi tutto è solo uno sbiadito ricordo.
All’ottava settimana ho avuto un distacco della placenta. Sono arrivata di notte in ospedale in condizioni terribili. Avevo perso tantissimo sangue. Ero convinta che per la mia gravidanza non ci fosse più nulla da fare. All’arrivo al Pronto soccorso – contrariamente alle lamentele che ascolto e leggo quasi quotidianamente – in pochissimi istanti mi hanno dirottata al reparto di Ostetricia. Ho trovato una dottoressa e un’ostetrica che mi aspettavano. Dopo aver constatato che il battito della mia piccolina era ancora presente, mi hanno curata e accudita come fossi stata una loro familiare. Nella permanenza di una decina di giorni in reparto ho avuto modo di apprezzare la bravura e la professionalità di tutti i medici dell’equipe guidata dal dottor Franco Doganiero. Cito il primario per tutte le dottoresse e tutti i medici. Bravissimi, superlativi, eccellenti. Fantastiche le ostetriche, le infermiere e gli infermieri.
Non è finita, perché sottoposta ad esami di routine, il mio ginecologo ha “scoperto” che avevo il diabete gestazionale. Che fare? Mi ha consigliato di rivolgermi ad un diabetologo. E qui un’altra fantastica scoperta: il reparto di Endocrinologia e Diabetologia del Cardarelli. Credo che al pari dell’Ostetricia e della Neonatologia (e di altri reparti che non conosco) rappresenti la punta di diamante della sanità pubblica molisana. Ne avevo sentito parlare spesso ma non conoscevo il dottor Antimo Aiello. Un altro pezzo da “90” dell’ospedale di Campobasso. Il primo impatto con il reparto è stato spaventoso: all’orario dell’appuntamento c’erano in sala d’attesa almeno 50 persone, se non di più. Alle 10.30, così come era stato stabilito, sono entrata. Ho scoperto un mondo nuovo con cui, purtroppo, migliaia di persone hanno a che fare. La fila che ho trovato era una sorta di illusione. Perché ognuno di quelle persone aveva un percorso prestabilito con uno dei tanti fantastici medici e nutrizionisti che Aiello coordina. So di essere al limite del confine con la retorica, ma anche in questo caso ho avuto a che fare fino al termine della gravidanza con professionisti di un altro livello. Mi hanno presa per mano e condotta in un difficile tragitto fatto di controlli ripetuti più volte al giorno, dosaggi, annotazioni. Cose fino ad allora per me sconosciute e inconcepibili. Grazie al dottor Aiello e alla sua fantastica squadra ho superato tutti gli ostacoli senza assumere un solo grammo di medicinali.
Veniamo al parto.
Sarà stato il fatto che pochi mesi prima ero stata ricoverata per una decina di giorni nello stesso reparto, ma quando quella mattina sono arrivata non ho avvertito disagio, preoccupazione, ansia.
Per una serie di ragioni la mia bimba è nata con un parto cesareo. Non era però certa la data. Dopo un paio di ore dal ricovero è arrivata in camera una dottoressa dolcissima. Intravista più di qualche volta, però non la conoscevo. Mi ha fatto un po’ di domande, ha compilato qualche foglio, ha guardato la documentazione clinica che avevo portato al seguito e invitato me e mio marito a seguirla in sala operatoria.
Il dottor Doganiero e la dottoressa Daniela Simeone (che è quella che mi è venuta a prendere in camera) hanno fatto nascere mia figlia. Straordinario tutto il personale della sala operatoria. Bravissima l’anestesista, una dottoressa di cui non conosco il nome ma di cui non dimenticherò mai la tranquillità che mi ha trasmesso con affetto parlandomi per tutto il tempo.
Il decorso post parto in ospedale è stato eccellente. Un’altalena di emozioni forti vissute in un ambiente che probabilmente da molisani facciamo fatica a riconoscere per quanto vale davvero.
Nata la bimba ho avuto a che fare con un’altra straordinaria eccellenza del Cardarelli: il Nido, che poi fa parte della Neonatologia e Pediatria. Anche questo un mondo tutto da scoprire. I consigli ricevuti dalle operatrici sono stati preziosissimi. Provate a immaginate l’impaccio di una quasi cinquantenne che deve cambiare i pannolini ad un fagottino di scarsi tre chili…
Dopo le dimissioni, sono tornata in Neonatologia per le visite di routine alla piccola. Ho appreso, lo ignoravo, che l’equipe del dottor Vincenzo Santillo è in grado di salvare la vita a bimbi nati prematuri, bimbi che quando vengono al mondo pesano poco più di mezzo chilo. Ho guardato le foto, ho letto le dediche che i genitori hanno affisso in bella vista per esprimere la loro gratitudine a questi eccellenti medici, agli infermieri, alle assistenti.
Avvertivo forte il desiderio di “rendere pubblica” la mia storia per partecipare la mia profonda gratitudine ai dottori Doganiero, Aiello e Santillo. Ai medici dei reparti con cui ho avuto a che fare, alle ostetriche, agli infermieri, al personale tutto. Anche alle signore che puliscono le camere e a quelle che distribuiscono i pasti.
Non so se sono stata particolarmente fortunata, ma ho riscontrato bravura, professionalità, attenzione ed educazione che nulla hanno da invidiare alle blasonate cliniche del Nord che per le statistiche sono il fior fiore del Paese.
Tutto ciò a Campobasso, all’ospedale Cardarelli. Senza alcuna intermediazione, senza corsie preferenziali.
Al governatore Toma, che non ho il piacere di conoscere ma che ho votato, chiedo di prestare un po’ più di attenzione alla sanità pubblica molisana. Oggi la differenza in quei reparti la stanno facendo le persone, che non si risparmiano, lavorano con amore, senso del dovere, affrontano turni massacranti per via della ormai cronica carenza di personale.
Presidente, di tanto in tanto faccia un giro in ospedale, vada a toccare con mano. Una sua pacca sulla spalla può valere più di mille lettere di ringraziamento. Il suo impegno in difesa della sanità pubblica è il giusto riconoscimento a chi ha mantenuto il sistema in piedi in uno dei periodi più bui che il settore ha attraversato in Molise. E che, speriamo, sia ormai alle spalle.
(lettera firmata)

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