Il Governo va avanti con l’accorpamento delle Province e i margini per salvare quella di Isernia si riducono sempre di più. Il Consiglio ieri ha definito i criteri relativi alla dimensione territoriale e alla popolazione residente. Pertanto i nuovi enti dovranno avere almeno 350mila abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai 2500 chilometri quadrati. Nei prossimi giorni il Governo trasmetterà la deliberazione al Consiglio delle autonomie locali (Cal), istituito in ogni Regione e composto dai rappresentanti degli enti territoriali. “In mancanza – si precisa nel comunicato del governo – la deliberazione verrà trasmessa all’organo regionale di raccordo tra Regione ed enti locali”. Successivamente la proposta finale sarà trasmessa da Cal e Regioni interessate al Governo, il quale provvederà all’effettiva riduzione delle Province promuovendo un nuovo atto legislativo che completerà la procedura. Le nuove Province eserciteranno le competenze in materia ambientale, di trasporto e viabilità. Le altre competenze finora esercitate verranno devolute ai Comuni, come stabilito dal decreto “Salva Italia”. Questa, dunque, la decisione assunta dal Governo Monti.

In molti ritengono che il decreto di fatto chiude ogni discussione sulla possibilità di evitare l’accorpamento delle due Province molisane. A questo punto non resta altro che attendere martedì prossimo quando verranno esaminati gli emendamenti, tra i quali quello bipartisan dei senatori Astore e Di Giacomo. Tuttavia il governo pare intenzionato ad andare avanti e a porre la fiducia. Resterebbe, quindi, una sola strada da percorrere: il ricorso alla Corte Costituzionale. Le Province Abruzzesi hanno già deciso in tal senso, ritenendo che le disposizioni contenute nel decreto legge sarebbero in contrasto con la Costituzione nella parte che disciplina i rapporti Stato – Autonomie.

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