Tutto quello che si poteva fare e che, purtroppo, non è arrivato a concretizzazione. Potrebbe essere la sintesi degli esiti della Seconda Commissione consiliare che si è riunita ieri, dopo aver ricevuto formale ‘mandato’ dal Consiglio regionale con un ordine del giorno del 7 agosto scorso. Al lavoro su aziende in crisi e disoccupazione, quindi, per una specie di mappatura della situazione attuale e delle possibili e auspicabili azioni da mettere in campo. Nel corso della riunione di ieri mattina sono stati auditi i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil, l’assessore regionale Luigi Mazzuto e il direttore del Terzo Dipartimento. Franco Spina, Giovanni Notaro e Tecla Boccardo hanno rappresentato ai commissari le preoccupazioni – già note del resto perché sono diventati appelli quotidiani ad una soluzione – per la situazione occupazionale regionale. Non solo le criticità sul tavolo dei commissari ma anche una possibile rosa di soluzioni della quale discutere. L’assessore regionale al Lavoro ha relazionato sulle attività poste in essere dall’esecutivo nei campi riconducibili direttamente alle proprie competenze sia per quanto attiene le vertenze occupazionali sia per le iniziative che si stanno mettendo in campo. «Non potevo non accogliere il grido lanciato dai sindacati confederali – spiega il presidente della Seconda Commissione, Michele Iorio – e così con i commissari abbiamo iniziato a verificare i percorsi intrapresi dalla Regione per la soluzione della crisi occupazionale cercando di capire perché il Molise non riesce a fare passi in avanti». Primo terreno da sondare, quindi, quello perimetrato dall’area di crisi complessa Venafro-Campochiaro-Bojano «Da una prima valutazione appare chiaro che i fondi per agire ci sono ma non sono ancora stati utilizzati – spiega ancora Michele Iorio – così come esiste l’accordo di programma con il ministero dello Sviluppo economico e la conseguente adozione del progetto di riconversione e riqualificazione industriale che prevede, nell’ambito del Lavoro e delle Politiche attive, un insieme di strumenti che consentono adeguate azioni di diversificazione lavorativa e di accompagnamento – principalmente per coloro che sono stati espulsi dal mercato del lavoro – nelle aziende più importanti interessate dalla crisi e che si impegnano in percorsi di ricollocazione sostenibile dei lavoratori, miglioramento della qualità di vita e di aumento del tasso di occupazione dell’area, programmi di formazione aziendali finalizzati all’assunzione, accompagnamento verso forme di pensionamento anticipato. Ma nulla di tutto ciò, dal 2017, è stato attuato» la laconica conclusione alla quale Iorio e i commissari sono arrivati oggi. «Per creare azioni mirate attraverso gli strumenti a disposizione, è necessario però conoscere il mondo dei disoccupati – continua -. È necessaria dunque una profilazione, come già fatto per la Gam, anche per gli altri lavoratori dell’area di crisi industriale complessa e per le due grandi aziende che aveva il Molise: la Itr e lo Zuccherificio». Non solo. «Il sostegno alla creazione di nuovi posti di lavoro deve essere accompagnato anche dall’altro impegno che come commissione ci siamo assunti: approvare le Linee guida sulla questione del precariato in relazione alla corretta applicazione del decreto Madia. Ma non si possono prendere provvedimenti seri, però, se non ascoltiamo anche l’altra voce del mercato del lavoro». Motivo per il quale, alla prossima seduta della Seconda Commissione, saranno chiamati a raccontare il proprio punto di vista le parti datoriali.

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