Passato e futuro, due mondi solo apparentemente distanti che si tendono la mano nella strategia di sviluppo disegnata, attraverso l’utilizzo di fondi Fsc 2014-2020, dall’esecutivo Toma: una sorta di fil rouge quello che lega la storia antica del Molise allo sviluppo di un modello di turismo culturale che guardi pure all’accoglienza. È la ratio che sottende l’idea di rilancio del territorio concentrata su uno scrigno di scoperte lontane dalle rotte più conosciute della storia della regione e che si concretizzerà attraverso la sinergia, già più volte attivata, tra la Regione Molise e l’Unimol. Insieme, saranno in grado di valorizzare il patrimonio archeologico regionale, quello più sconosciuto: un ambito di interesse sul quale l’Università guidata dal rettore Luca Brunese intende puntare. E la presenza, all’inaugurazione dell’anno accademico il prossimo 4 febbraio, del professore Salvatore Settis – già direttore della Scuola Normale di Pisa, professore emerito di Archeologia classica, accademico dei Lincei e presidente del Consiglio scientifico del Louvre – non può far altro che confermare questa attenzione, alta ed estremamente qualificata. La giunta regionale, con dgr 567 del 30 dicembre scorso, ha impegnato più di quattro milioni per finanziare campagne di scavi archeologici ad Agnone, Guglionesi, Pesche, San Giuliano del Sannio, Sant’Elia a Pianisi e Venafro. Turismo, cultura e valorizzazione delle risorse naturali nell’ambito della linea d’intervento, contenuta nel Patto per il Molise, dedicata proprio all’azione «Molise archeologico, rete di scavi diffusi e coordinati con i borghi e contesti attrezzati per l’accoglienza». Il programma di interventi relativi al progetto di valorizzazione del patrimonio archeologico, che vedrà l’Università degli Studi del Molise in qualità di soggetto attuatore, prevede fondi per 900mila euro destinati al sito di località Pianisi, a Sant’Elia a Pianisi, paese sorto come castro dei longobardi nel X secolo, periodo al quale risale la costruzione del castello medievale oggetto di tre campagne di scavi tra il 2013 e il 2015. Si parte nel luglio prossimo per poi concludere nello stesso mese del 2022. Per finanziare le attività a Venafro, invece, la Regione ha stanziato 880mila euro: si comincia nel maggio prossimo per terminare ad ottobre 2022. Per continuare a svelare la splendida villa dei Neratii di San Giuliano del Sannio – alla quale l’Unimol, la Regione e la Soprintendenza hanno dedicato anni di ricerca -, sontuoso complesso edilizio di epoca romana appartenuta ad una famiglia di rango senatoriale, sono stati stanziati 800mila euro: la campagna di scavi partirà a maggio per concludersi nella primavera del 2022. Gli interventi previsti in località San Marco, a Pesche d’Isernia, borgo arroccato sul monte che ne porta il nome, saranno finanziati con 650mila euro e partiranno nel prossimo mese di settembre per concludersi nel marzo del 2022. Il piccolo ed antichissimo borgo nato a causa delle invasioni barbariche, passato poi sotto la dominazione longobarda, si è sviluppato in poco tempo tra la chiesa di Sant’Angelo e un insediamento benedettino. Tutte le abitazioni sono costruite sulle pendici del monte San Marco, l’una di fianco all’altra e il castello, attorno al quale si è venuto ampliando il borgo medioevale, ha rappresentato la dimora fortificata dei diversi signori che nel tempo hanno dominato la zona. La grotta di Colle Bianco a Guglionesi, dove sono stati scoperti insediamenti umani organizzati che risalgono all’età del bronzo, e l’area Cesa di località Piane di Lazzaro ad Agnone saranno oggetto di campagne di scavi finanziate entrambe con 450mila euro: inizieranno a giugno per concludersi entro il 2021.
Gli interventi riferiti ai siti di Agnone, Guglionesi e Pesche potranno essere attivati in tempi brevi – partiranno tutti nella prossima primavera – perché l’Unimol possiede le concessioni per le ricerche e gli scavi rilasciate dalla direzione generale competente del Mibac.
Gli altri – le campagne di scavi a San Giuliano del Sannio, Sant’Elia a Pianisi e Venafro – sono subordinati al rilascio della concessione per l’esecuzione di ricerche e scavi.
ppm

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