Le precauzioni non sono mai troppe anche se poi non devono diventare occasione per alimentare allarme e paure ingiustificate. E così anche nelle chiese molisane si lavora affinché l’eventuale rischio contagio da Covid 19 sia estremamente contenuto.
Acquasantiere svuotate così da evitare che vengano usate da centinaia di fedeli, evitare – per il momento – di scambiarsi il segno di pace, la Comunione si prenderà solo dalle mani raccolte e, se il medico lo riterrà giustificato, si potrà usare la mascherina anche durante le celebrazioni liturgiche. È l’arcivescovo di Chieti-Vasto, Bruno Forte, nel suo ruolo di presidente della Ceam, a rendere note le novità introdotte dalla Chiesa ai tempi del coronavirus. Semplici precauzioni, sia chiaro ed è meglio ribadirlo, che però consentono maggiori sicurezze ai fedeli e che si pongono in continuità con le decisioni adottate dal Governo e dalle Regioni, provvedimenti indispensabili per contenere il rischio di una epidemia. L’arcivescovo Forte si associa al messaggio diffuso dalla presidenza della Cei, in questo momento particolarmente delicato. «Avvertiamo il dovere di una piena collaborazione con le competenti Autorità: la disponibilità, al riguardo, intende essere massima, nella ricezione delle disposizioni emanate». Vanno quindi osservate da tutti le indicazioni del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità «in particolare – rileva l’arcivescovo Forte – le dieci raccomandazioni circa i comportamenti da osservare». Al decalogo ormai arcinoto si aggiungono le prescrizioni che attengono migliaia di fedeli. «A tutti ricordiamo l’importanza della preghiera – conclude il presule – affinché il Signore conceda la grazia della guarigione ai malati, consoli chi è nel dolore, preservi l’umanità intera dalla malattia. Gli chiediamo anche di illuminare e assistere medici e infermieri, chiamati ad affrontare in frontiera questa fase emergenziale, oltre che coloro che hanno la responsabilità di adottare misure precauzionali e restrittive».

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