«Una seconda ondata epidemica è temuta da tutti gli scienziati del mondo e chi ha il compito delle decisioni politiche non può sottovalutare tale eventualità. Dobbiamo farci trovare pronti, per questo abbiamo aumentato i posti in terapia intensiva del 115%. Il Paese deve farsi trovare pronto nella sua interezza».
Lo ha detto ieri a Sky il ministro della Salute Roberto Speranza che ha sottolineato come sia «necessario e fondamentale che le persone che verranno contattate dalla Croce Rossa per i test sierologici rispondano positivamente alla chiamata. La chiamata potrà arrivare anche al cellulare. Avere questi risultati consentirà ai nostri scienziati di avere un’arma in più di conoscenza dell’epidemia nel nostro Paese».
Le telefonate sono partite ieri, oltre 7.300 per contattare i cittadini del campione che parteciperà all’indagine sierologica. Il 25% ha detto sì già al primo contatto mentre oltre il 60% ha chiesto di essere ricontattato per vari motivi e circa il 15% sta ancora valutando. Sia la Croce Rossa sia il ministro hanno sottolineato: se ricevete una chiamata dal numero che inizia con 06.5510 è la Croce Rossa, non è uno stalker, non è una truffa telefonica, ma è un servizio che potete rendere al vostro Paese attraverso un piccolo prelievo.
I molisani coinvolti nell’indagine di Istat e MinSalute sono 5mila. «È una cosa molto importante dal punto di vista epidemiologico. Al momento – ha spiegato il dg Asrem Oreste Florenzano – partiamo con 750 persone campionate dall’Istat, poi si arriverà fino a 5mila, in collaborazione con la Croce Rossa i test li processiamo noi». Ai cittadini contattati telefonicamente viene somministrato un questionario e poi viene fissato l’appuntamento per il prelievo del sangue: dal test si capirà chi ha sviluppato gli anticorpi contro il Sars-Cov2.
Intanto, migliora la potenzialità dell’azienda sanitaria rispetto ai tamponi molecolari. Nei Pronto soccorso di Campobasso, Termoli e Isernia sono state consegnati e attivati i macchinari acquistati dalla Menarini che processano il test in 20 minuti. «Così risolviamo le problematiche relative agli accessi urgenti ai Pronto soccorso, quando non è possibile attendere sei ore il risultato per poi intervenire sul paziente. Una misura di sicurezza molto importante, siamo orgogliosi di averla realizzata», ancora Florenzano.

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