Energie rinnovabili, il rapporto di Legambiente sull’innovazione nei territori parla anche di Molise: fra i 32 progetti di comunità energetiche ai nastri di partenza anche il conservificio “MoliseGoloso” di Montagano. Un esempio, tutto locale, di un settore che, in dieci anni, ha visto l’installazione in quasi 8mila comuni italiani di oltre un milione di impianti elettrici e termici, con un aumento della produzione energetica di quasi 50TW. Gli investimenti però procedono a passo di lumaca: nel 2019 solo 750 MW di fotovoltaico e 560 MW di eolico. Sulle comunità energetiche insiste Legambiente che rilancia le sue 10 proposte al Governo: «devono essere al centro del recovery plan italiano, per rilanciare gli investimenti nelle rinnovabili e creare sviluppo locale». Un tema sensibile anche per il Pd. «La fotografia di Legambiente ci fa capire come l’Italia negli ultimi anni abbia rallentato gli investimenti in fonti energetiche rinnovabili, quando fino al 2012 era stato uno dei Paesi con maggiori realizzazioni – commenta Antonio Tomassone del dipartimento Ambiente ed Energia del Partito democratico del Molise –; per questo bisogna ripensare l’efficacia degli strumenti delle politiche energetiche adottati a tutti i livelli istituzionali, aumentando i livelli di coordinamento, altrimenti è forte il rischio di sprecare un’occasione straordinaria di cambiamento e di ripresa, rinunciando anche alle risorse previste dal Green Deal europeo. In questi mesi, con il Mille Proroghe è stato dato il via a una prima fase di sperimentazione che verrà presto regolata da una delibera dell’Arera e da un decreto del Mise: un primo passo concreto verso la piena adozione di tutti gli strumenti indirizzati dalle nuove direttive europee – continua Tomassone – . Si concretizza un nuovo modo di vivere l’energia, si abbattono le assurde barriere che fino ad oggi hanno impedito di scambiare energia prodotta da fonti rinnovabili in Italia, persino nei condomini o dentro un distretto produttivo, oppure in un territorio agricolo. Si formalizzano i diritti dei prosumer (i produttori-consumatori) e delle comunità energetiche proprio in una logica di supporto alla produzione locale da rinnovabili». Un cambiamento epocale e radicale, quindi, contestualizzato in un momento di grave crisi economica e sociale che può e deve diventare solo opportunità di ripresa, la sintesi del ragionamento dell’esponente dem che chiama il Molise all’adozione di una precisa strategia. «La nostra regione deve farsi trovare pronta, anche anticipando i tempi – continua Tomassone -; c’è bisogno, come già più volto suggerito dal Pd, di aggiornare oltre che di attuare il Pear rivedendo gli obiettivi e inserendo una nuova strategia di sviluppo energetico che si focalizzi direttamente su imprese e cittadini nel trovare soluzioni locali intelligenti ed efficienti incentrate su energie pulite (batterie, smart grid, mobilità elettrica, etc.). Consentire una condivisione di energia rinnovabile nei condomini e su edifici pubblici, nei centri commerciali o su edifici industriali: la sfida è all’autosufficienza energetica locale, soprattutto nelle piccole comunità energetiche che potrebbero essere il futuro di molti piccoli comuni del Molise! Bisogna favorire, soprattutto in Molise oggi più che mai, la cosiddetta green economy, che già rende più competitive le nostre imprese e produce posti di lavoro, coinvolgendo direttamente i cittadini in esperienze positive di comunità e territori – aggiunge il responsabile dei dipartimento Ambiente ed Energia del Pd Molise». La sfida al governo regionale, l’ennesima, è lanciata: «servono capacità di visione e programmazione – conclude Tomassone – in un settore cruciale per un nuovo sviluppo sostenibile».

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