Tutti insieme nello stesso luogo, come non accadeva da tempo, occupando anche i posti riservati ai giornalisti e quelli destinati al pubblico che, in un passato che sembra davvero lontano, spesso assistevano ai lavori del Consiglio regionale.
Prima seduta in presenza a Palazzo D’Aimmo, è evidente fin dalle battute iniziali che pesano alcune frizioni politiche interne alla maggioranza ma anche quelle che agitano i soliti distinguo che spaccano le opposizioni che, però, hanno presentato insieme la mozione di sfiducia al presidente Toma che si discuterà – come anticipato ieri da Primo Piano Molise – martedì 7 luglio. L’Assise parte con la richiesta di chiarimenti che proviene dal Pd e dal già presidente Iorio indirizzata a Toma circa la recente querelle sull’impugnativa del governo delle norme interpretative dell’abrogazione della surroga. Il presidente ribadisce l’impegno a cancellare l’interpretazione.
L’Aula approva, con una procedura spedita così come richiesto dal governatore, la proposta di legge che consente l’avvio delle vendite promozionali nel periodo antecedente e successivo ai saldi estivi. Si tratta di una deroga alla normativa vigente, che sarà valida solo per il 2020, che ha l’obiettivo di contrastare l’impatto dell’emergenza sanitaria sui consumi e sull’economia regionale.
Il Consiglio torna poi ad occuparsi anche della vicenda Gam, sulla scia dell’ordine del giorno presentato da Michele Iorio e Micaela Fanelli, firmato anche dai consiglieri D’Egidio, Cotugno e Facciolla: con 12 sì e 6 astenuti (il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle) il Consiglio impegna il presidente Toma e la giunta ad ogni azione utile al rilancio della filiera avicola, all’individuazione di un imprenditore che garantisca la continuità produttiva e il rilancio dell’attività dello stabilimento, del macello e dell’indotto, ad assicurare il sostegno finanziario regionale al fitto del ramo d’azienda e al cofinanziamento del trattamento di fine rapporto dei lavoratori; a richiedere con forza un nuovo intervento finanziario per l’area di crisi complessa della Regione Molise; a garantire il sostegno ad ogni altro strumento utile per l’inserimento lavorativo e l’autoimprenditorialità. Il tema, come è evidente, non è nuovo e si riaffaccia con tutta la drammaticità del caso: a novembre per i lavoratori terminerà il periodo coperto dagli ammortizzatori sociali e scadrà anche il fitto del ramo d’azienda. E, di contro, una via d’uscita immediata non sembra essere all’orizzonte. «Le maestranze della Gam e tutta la filiera avicola molisane attendono risposte, ma soprattutto soluzioni certe e risolutive ad una crisi che si protrae, ormai, da troppo tempo – rilancia la capogruppo dem Micaela Fanelli – è indispensabile coordinare l’azione del Consiglio e della Regione Molise sia a livello nazionale che locale». E anticipa che attiverà anche i canali nazionali.
Toma, nel ripercorrere le fasi salienti di una vertenza ormai datata, dà assicurazioni sulla riprogrammazione di circa 10 milioni per l’area di crisi complessa e per il prolungamento della cassa integrazione. Una soluzione duratura e strutturale per la Gam, ecco quello che serve e che sembra un traguardo difficile da raggiungere. «Dice bene D’Egidio – rimarca Toma, riferendosi alla narrazione del profondo legame in termini imprenditoriali ed economici che ancora lega il territorio matesino alla filiera avicola che ha snocciolato il consigliere di Forza Italia – nell’area matesina la tradizione c’è, come si sono gli allevamenti». Torna in agenda la questione nota del macello. «I pulcini vengono macellati fuori perché l’imprenditore avrà ritenuto, secondo me in maniera scorretta all’inizio, che non conveniva investire in Molise. Ma doveva dirlo prima – rimarca Toma – hanno ragione i lavoratori. Ora abbiamo aspettato quattro anni, dovrebbe sedersi con noi e trovare una soluzione». Il passato, le vicende del fallimento, le attese dei lavoratori, la cig, il fitto d’azienda: il presidente racconta una storia nota ma incalza, nel suo intervento in Aula, Amadori. «Avrebbe dovuto incrementare il numero dei lavoratori da assumere, ne chiederemo conto ma credo che questo rallentamento sia dovuto all’emergenza Covid ». Il periodo di lockdown ha di fatto congelato anche i bandi per l’autoimprenditorialità, rimarca ancora, ma dovrebbero essere pubblicati entro un paio di mesi. «Vedremo quanti vorranno aderire e se la Amadori vorrà acquistare quei prodotti e anticipare i corrispettivi». La Regione, questo è certo, vuole dialogare con tutti, assicurando il proprio supporto. Il rilancio, però, è ancora solo su carta.

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