Il caso è all’ordine del giorno della seduta di domani del Senato accademico. Non è la prima uscita di Gervasoni e colpisce la vice presidente dell’Emilia Romagna, che propone una nuova leadership per il Pd. Unimol non ha intenzione di lasciar correre.
Su Twitter, sabato, il post del prof di Storia moderna che un anno e mezzo fa aveva dato ragione a Meloni sulla Sea Watch (andava affondata a loro parere): condivide la copertina de L’Espresso e si chiede se Schlein sia «n’omo». Tantissime le reazioni, la diretta interessata alla Festa dell’Unità di Modena dice: «Io sto bene, ma è il Paese che non credo stia tanto bene». Non menziona espressamente il prof né il tweet, osserva però che sempre, quando una donna prova a tracciare una prospettiva politica ponendo alcuni problemi, si sposta l’attenzione su altro.
Dopo aver parlato con lei al telefono e averla invitata in ateneo, dopo aver richiamato – pur nel rispetto della libertà di insegnamento – all’osservanza dei principi costituzionali e alla deontologia (ai tanti tribunali social non era bastato ma il licenziamento è impossibile come lo stesso Gervasoni provocatoriamente sta ricordando da giorni su Twitter), ieri mattina il rettore dell’Unimol ha inserito nell’ordine del giorno del Senato accademico un punto specifico «per valutare eventuali violazioni del codice etico, secondo le procedure previste dall’ateneo». E dell’iniziativa ha informato il ministro Gaetano Manfredi.
«Nel rispetto dell’autonomia universitaria e della libertà di espressione, proprie del mondo universitario – così nel pomeriggio di ieri il titolare dell’Università nel governo Conte -, c’è un altro principio che non possiamo tralasciare, pure esso insito nell’etica del mondo che vive dentro e fuori le università: il rispetto dell’essere umano e la tutela di comportamenti non discriminatori. Un approccio che ho già condiviso anche con il ministro Bonetti. Ai nostri studenti dobbiamo dare, come adulti e come docenti, esempio di correttezza all’insegna del valore della libertà ma anche della dignità della persona. Alla vicepresidente dell’Emilia Romagna Elly Schlein va la mia massima solidarietà».
«Le offese ricevute nei giorni scorsi da Elly Schlein sono una ferita nel dibattito pubblico, che causa profondo rammarico. I temi del rispetto della persona sono fondativi del nostro essere Paese – ha aggiunto la ministra delle Pari opportunità – e da essi non può prescindere alcun ambito della vita istituzionale e della nostra convivenza in generale. È una consapevolezza su cui tenere alta l’attenzione per crescere nella tutela della dignità delle donne e degli uomini del nostro Paese, di ogni persona umana».
Solidarietà aveva espresso l’altro ieri anche l’ex rettore di Unimol Gianmaria Palmieri. «Sono certo che la sua immagine di donna e cittadina impegnata nelle istituzioni non sarà neanche sfiorata da un commento di tale bassezza e volgarità», ha rimarcato. «L’ansia di far parlare di sé a tutti i costi -ancora Palmieri – induce taluni colleghi a esprimere deliberatamente giudizi e commenti ben oltre i limiti della dignità e della ragionevolezza. Ci si compiace poi, con un istinto infantile, del risultato ottenuto, noncuranti del disdoro che si arreca ai propri colleghi ed alle istituzioni da cui si è pagati, che purtroppo nulla possono per impedirlo».

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