«In gioco c’è il bene dell’Italia. Invece di dividersi bisognava concentrarsi sulle scelte sagge da compiere per aiutare le persone in difficoltà, i più fragili, per aumentare l’occupazione giovanile, per prepararsi ad amministrare con efficacia gli aiuti europei in arrivo».
Esordisce così l’arcivescovo di Campobasso-Bojano, Giancarlo Bregantini, in un’intervista alla Stampa sulla crisi politica, aperta dalle dimissioni delle ministre di Italia Viva.
«Sono deluso soprattutto dalle scelte di Matteo Renzi – ha affermato Bregantini – La sua strategia mi lascia perplesso. Non era il momento di provocare una rottura, ma di discutere ancora di più per trovare tutti insieme soluzioni e risposte ai drammi sanitari e sociali aggravati dal coronavirus. Questa mancanza di sintonia – ha proseguito – mentre ogni giorno si contano centinaia di morti per Covid è preoccupante».
Sui possibili scenari che potrebbero scuotere la scena politica italiana nei prossimi giorni, l’arcivescovo ha benedetto i ‘costruttori’ incoraggiandone «la responsabilità» perché «è urgente ed imprescindibile trovare un accordo su una linea condivisa. Fondamentale capire che, mai come ora, il bene di tutti prevale sul bene personale o del proprio piccolo partito».
Bregantini ha poi auspicato la formazione di un partito a vocazione cattolica.
«Credo sia possibile ricreare un partito di ispirazione cattolico-democratica. Magari studiandolo con i promotori di “Insieme”, il neo partito di cui è membro del comitato dei garanti Stefano Zamagni. Non si tratterebbe di recuperare vecchie compagini. In questo snodo cruciale della storia del nostro Paese – ancora l’arcivescovo – servirebbe coalizzare sensibilità, culture, competenze ed attivismo favorevoli ad una formazione di centro legata ai capisaldi cristiani, che sappia progettare il futuro basandosi innanzitutto sulla dottrina sociale della Chiesa. La vicenda attuale può aiutare a trovare formule diverse per uscire dagli schemi antichi, interpellare realtà diverse per progettare un modo nuovo di stare in politica da credenti. Perché noi cattolici non ci mettiamo insieme e proviamo a costruire un progetto condiviso che guardi avanti con coraggio e lungimiranza per dare risposte qualificate a questo tempo complesso?».
Sulla possibilità che sia l’attuale premier Conte a guidare questa nuova compagine cattolica, Bregantini ha detto che «è presto per dirlo, nella prima fase potrebbe aiutare a federare le forze. Se poi il movimento si costituirà potranno nascere nuovi leader, non contrapposti ma in continuità. L’importante è non essere immobili né spaccare le relazioni, ma stare insieme costruendo».
E ha concluso rimarcando il ruolo che dovrebbero avere preti e vescovi, ossia «fornire spunti di riflessione. Il nostro compito non è partecipare attivamente, ma orientare in maniera coerente e chiara».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.