Via libera in Consiglio dei ministri al decreto legge Covid, che proroga il blocco degli spostamenti tra le Regioni, anche quelle gialle, dal 15 al 25 febbraio.
E tre regioni – Abruzzo, Liguria, Toscana – insieme alla provincia di Trento passano in zona arancione. Il ministro della Salute Roberto Speranza firmerà nelle prossime ore le ordinanze, valide a partire da domenica. In arancione restano anche l’Umbria e la provincia di Bolzano anche se per entrambe i governatori hanno disposto misure ancora più restrittive. La Sicilia torna invece in giallo.
Sale a 0,95 l’Rt nazionale dallo 0,84 della scorsa settimana. Il dato emerge dal monitoraggio Iss-MinSalute. Quello del Molise aumenta a 1,09 (la scorsa settimana era 0,76). Il rischio in regione è classificato moderato, con alta probabilità di escalation. Il Molise rimane in giallo (zona rossa però il territorio dichiarato tale dall’ordinanza del governatore). Umbria e Bolzano hanno un livello di rischio alto, dieci regioni in totale hanno rischio moderato e nove rischio basso. Aumenta il numero di regioni con allerte di resilienza.
Si confermano per la seconda settimana segnali di «controtendenza nell’evoluzione epidemiologica, con progressivo rallentamento nella diminuzione dei nuovi casi fino ad una stabilizzazione, che potrebbero preludere ad un nuovo rapido aumento diffuso nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero rigorosamente mantenute misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale», ha sottolineato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro nella consueta conferenza stampa del venerdì.
Fase molto delicata anche perché circolano varianti del virus più trasmissibili. «Quella sudafricana e brasiliana possono ridurre parzialmente l’efficacia dei vaccini, quindi dobbiamo sbrigarci nelle vaccinazioni», ha aggiunto il direttore della Prevenzione del Ministero Gianni Rezza. «La variante inglese, per quanto ne sappiamo, non diminuisce l’efficacia dei vaccini attualmente disponibili e la corsa alla vaccinazione è molto importante, ma si trasmette più velocemente e quindi è bene non allentare le misure di prevenzione e controllo. Dobbiamo rallentare infatti la velocità di circolazione del virus».
Circa un caso su cinque in Italia risulta positivo alla variante inglese: è emerso dall’indagine condotta dalle Regioni che hanno inviato al ministero e all’Istituto superiore di sanità i risultati dei test realizzati il 3 e il 4 febbraio, come indicato in una circolare della scorsa settimana.
Un dato medio piuttosto alto, non inferiore a quello di altri Paesi europei (la Francia è al 20-25%, la Germania al 30%), con forti variazioni nelle Regioni. La variante circola soprattutto nel centro Italia, tra Umbria, Emilia, Marche, Abruzzo (hanno percentuali superiori alla media) e Molise. La ‘Voc’ del SarsCov2 è probabilmente destinata – secondo gli studi dell’Istituto superiore di sanità – a diventare quella prevalente in poco tempo: «In 5-6 settimane potrebbe sostituire il virus ora circolante».
Dopo la raccomandazione Oms su AstraZeneca, con cui è possibile vaccinare gli over 65, è prevista una riunione Ministero-Regioni-Aifa che dovrebbe cercare di trovare una soluzione.
In definitiva, è ancora necessaria una «drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile».

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