A mezzanotte scatta la zona rossa. Almeno per i prossimi 15 giorni i molisani dovranno convivere con ulteriori restrizioni. Negozi non essenziali chiusi, così come bar e ristoranti (che potranno operare solo in regime di asporto o di consegna a domicilio). Barbieri e parrucchieri, invece, abbasseranno le saracinesche il 6 marzo, quando entrerà in vigore il nuovo Dpcm. Da domani in Molise sono vietati anche gli spostamenti verso le seconde case. Così come sono vietate le visite a parenti e amici. Pure all’interno del comune di residenza si potrà uscire solo in presenza di una comprovata esigenza de mettere nero su bianco sull’autocertificazione.
A prescindere dalla zona di collocazione della regione, diversi governatori stanno discutendo sull’opportunità di chiudere le scuole di ogni ordine e grado.
In zona rossa (quindi in Molise) le lezioni in presenza sono previste solo per gli scolari delle elementari e per gli alunni della prima media. Dalla seconda media in su è prevista invece l’attivazione della didattica a distanza.
E così sarà, senza alcuna ulteriore limitazione, almeno per i primi giorni della settimana. «Stiamo monitorando attentamente l’evoluzione dei dati del contagio e – afferma Toma – per il momento ritengo sufficienti le misure introdotte dal governo con la zona rossa. A inizio settimana valuteremo se sarà necessario adottare ulteriori provvedimenti. Tuttavia preferisco che siano i sindaci a decidere perché conoscono meglio di me la situazione della realtà locale che amministrano. Con i sindaci ho un rapporto quotidiano. Se dovessero chiedermi di intervenire, lo farò senza esito. Ma hanno facoltà di agire sulle scuole anche senza l’intervento della Regione».
Intanto il governatore ha dato disposizioni al direttore del dipartimento Manuel Brasiello di ridurre al 50% la capienza dei mezzi adibiti al trasporto scolastico. Provvedimento necessario perché tra l’altro ieri mattina a Toma è arrivato l’esito dell’ultimo sequenziamento eseguito dallo zooprofilattico di Teramo su una serie di tamponi inviata dal Molise. Ebbene, come prevedibile, la variante inglese è ormai prevalente in tutta la regione. La maggior parte delle infezioni ha caratteristiche della mutazione partita dal Regno Unito.
Un accenno anche sulla pressione a cui sono sottoposti gli ospedali, in particolare il reparto di terapia intensiva. «Ancora per qualche giorno, poiché in settimana – spiega Toma – saranno pronti i moduli aggiuntivi di terapia intensiva». Ventisei posti in più tra Campobasso, Isernia e Termoli che potrebbero risolvere definitivamente il problema del sovraffollamento e dell’attivazione quasi quotidiana della Cross.
Per chiarezza di informazione appare utile ribadire che i moduli aggiuntivi in corso di allestimento sono cosa diversa dal Covid hospital che sarà realizzato nell’ala ex hospice del Cardarelli. «Della realizzazione – afferma il presidente – si sta occupando il commissario straordinario Arcuri. I ritardi sono evidenti. E non solo in Molise».
ppm

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