La buona notizia non l’ha ricevuta da Roma durante il vertice governo-Regioni su riaperture e vaccini, per quanto anche in quella sede per esempio sul siero J&J sono giunti spunti e prospettive positivi.
Per Donato Toma la soddisfazione più importante di ieri riguarda l’arrivo e l’installazione dei ventilatori polmonari nei dieci posti letto aggiuntivi di terapia intensiva realizzati nel modulo adiacente al Cardarelli. «Posti ora attivi, posti di rianimazione che si possono utilizzare», sottolinea.
Un’operazione portata a termine e la comunicazione di ‘cosa fatta’ ha pure l’obiettivo di tranquillizzare la popolazione. I moduli, oltre a quello di Campobasso altri due saranno installati a Termoli e Isernia, sono stati richiesti da Toma come capo della Protezione civile ad Arcuri a novembre.
Sul fronte vaccini, tre milioni di dosi sono in consegna entro Pasqua. Più del doppio quelle previste per il trimestre (7 milioni almeno). Servono dosi e vaccinatori, questo hanno ribadito le Regioni, se saranno messi a disposizione si può ragionare su un’immunità di gregge anticipata anche a fine giugno o comunque in estate. «Molto importante da questo punto di vista l’arrivo del farmaco Johnson & Johnson – evidenzia Toma – anche perché è monodose. Abbiamo chiesto squadre di vaccinatori – conferma – e sia il commissario Figliuolo sia il capo della Protezione civile Curcio hanno assicurato che le stanno approntando».
Confermato il no agli acquisti in autonomia dei vaccini, dopo la fuga in avanti della Campania e non solo rispetto a Sputnik. Mentre in Molise si sta lavorando per inserire nel meccanismo i medici di famiglia che hanno aderito all’accordo (oltre 70) e che hanno dato la loro disponibilità in termini di ore e giorni per le sedute. Oltre che ad ampliare l’offerta di centri vaccinali e a capire come si può prorogare l’intesa con l’Unimol per il palazzetto e le equipe che stanno eseguendo le somministrazioni per il mondo della scuola.
Col premier Draghi, nella prima parte della riunione, il confronto sulle riaperture. Le Regioni, soprattutto i presidenti di centrodestra e Toma fra questi, spingono perché almeno se ne cominci a ragionare. L’esecutivo nazionale si appresta a varare, nel Cdm che dovrebbe essere convocato per domani (e in cui dovrebbe essere nominata anche la nuova struttura commissariale della sanità per il Molise), un decreto legge che riporterà in classe in zona rossa gli studenti fino alla prima media e che dovrebbe confermare nelle aree arancioni la presenza fino alla terza media e la didattica a distanza al 50% per le superiori. Per il resto si va verso la conferma anche delle altre misure disposte con il precedente decreto, come la chiusura di parrucchieri, barbieri e centro estetici in zona rossa.
«Il testo del prossimo decreto Covid non è ancora pronto. Ma stiamo dicendo a tutti la stessa cosa: occorre dare ai cittadini una prospettiva di speranza – così il ministro per le Autonomie Gelmini – Allo stesso tempo questo non è il momento per dire ‘riapriamo tutto’. Fino al 15-20 aprile ci vorrà ancora molta attenzione, ma poi se i numeri migliorano all’interno del dl servirebbe un automatismo per prevedere aperture mirate senza il bisogno di approvare un nuovo provvedimento».

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