«Con che coscienza saltate la lista?», la domanda posta da Mario Draghi nel corso della conferenza stampa di giovedì scorso ai furbetti del vaccino. A distanza di qualche ora, il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario per l’emergenza Covid, ha firmato un’ordinanza che ristabilisce le priorità della campagna di immunizzazione.
La logica da seguire è quella dell’età in ordine decrescente.
Quindi, basta fughe in avanti. O, almeno, questo sembra essere l’intento.
Il commissario Figliuolo ha stabilito che vanno subito ultimate le somministrazioni alle «persone di età superiore 80 anni».
E, ancora, le «persone con elevata fragilità e, ove previsto dalle specifiche indicazioni, dei familiari conviventi, caregiver, genitori-tutori-affidatari;
persone di età compresa tra i 70 e i 79 anni e, a seguire, di quelle di età compresa tra i 60 e i 69 anni, utilizzando prevalentemente vaccini Vaxzevria (precedentemente denominato Covid-19 vaccine AstraZeneca) come da recente indicazione dell’Aifa» – ha scritto il generale nell’ordinanza numero 6 del 9 aprile scorso.
«Parallelamente – si legge ancora nell’atto del commissario – viene completata la vaccinazione di tutto il personale sanitario e sociosanitario, in prima linea nella diagnosi, nel trattamento e nella cura del Covid-19 e di tutti coloro che operano in presenza presso strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private».
È evidente che aver affermato «il personale in prima linea della diagnosi, nel trattamento e nella cura (…) e tutti coloro che operano in presenza» fuga ogni dubbio su chi ha diritto ad essere vaccinato in via prioritaria. Gli altri dovranno mettersi in fila e attendere il proprio turno in base all’anno di nascita.
Per essere più chiari, una (o uno) insegnante che ancora non ha ricevuto la prima dose ora non ne ha più diritto. Dicasi lo tesso per una psicologa che non cura pazienti affetti da Covid o non opera in presenza in una struttura sanitaria.
«A seguire – le ultime disposizioni contenute nell’ordinanza -, sono vaccinate le altre categorie considerate prioritarie dal Piano nazionale, parallelamente alle fasce anagrafiche secondo l’ordine indicato».
Resta inteso che «le persone, che hanno già ricevuto una prima somministrazione, potranno completare il ciclo vaccinale col medesimo vaccino».
L’ordinanza – si legge altresì nel testo – risponde all’esigenza «di dover procedere con la massima celerità a vaccinare coloro i quali, dalle evidenze scientifiche ad oggi disponibili, risultano più vulnerabili» se contagiati dal virus.
ppm

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