Era del Covid, anno 2: l’Italia festeggia la Liberazione scommettendo sull’uscita dal tunnel. Scenario diverso da quello del 2020, meno pesante: così il 26 aprile tornano le zone gialle, con l’apertura di tutte le attività di ristorazione, sport (il calcetto) e spettacolo nelle aree a basso contagio da Covid, anche se solo all’aperto.
Si tratta di un «giallo rafforzato» che applica la norma del decreto in vigore nelle aree dove le misure di contrasto al Covid-19 hanno mostrato di funzionare. Secondo il provvedimento dal 7 aprile al 30 aprile 2021, infatti, nelle regioni e Province autonome di Trento e Bolzano «in ragione dell’andamento dell’epidemia, nonché dello stato di attuazione del Piano strategico nazionale dei vaccini, con particolare riferimento alle persone anziane e alle persone fragili, con deliberazione del Consiglio dei ministri, sono possibili determinazioni in deroga al primo periodo e possono essere modificate le misure stabilite».
È quanto deciso nella cabina di regia ieri e confermato dal premier in conferenza stampa.
La cabina di regia «anticipa al 26 di questo mese l‘introduzione della zona gialla – ha detto Mario Draghi – ma con un cambiamento rispetto al passato, nel senso che si dà precedenza all’attività all’aperto, anche la ristorazione a pranzo a cena e alle scuole tutte, che riaprono completamente in presenza nelle zone gialla e arancione mentre in rosso vi sono modalità che suddividono in parte in presenza e in parte a distanza».
I dati presi in considerazione per stabilire quali Regioni sono in fascia gialla saranno quelli del monitoraggio del 23 aprile e le ordinanze del ministro della Salute Roberto Speranza entreranno in vigore il 26. Sulla base del monitoraggio dell’Iss di ieri sarebbero in fascia gialla per l’indice Rt: Emilia Romagna (0,78); Friuli Venezia Giulia (0,72); Lazio (0,79); Lombardia (0,78); Molise (0,79); Piemonte (0,75); province Bolzano (0,87) e Trento (0,69); Puglia (0,89); Umbria (0,84) e Veneto (0,81).
Inoltre, dal 26 ci si potrà spostare dalle Regioni gialle con un certificato anche nelle Regioni arancioni o rosse. In cosa consisterà il certificato, di cui Draghi ha parlato in conferenza stampa, non è ancora definito ma fonti qualificate di governo spiegano che si guarda al modello del pass europeo. L’ipotesi è che contenga l’indicazione del vaccino effettuato, di aver avuto il Covid ed essere guarito e potrebbe essere legato anche all’effettuazione di un tampone nelle 48 ore precedenti allo spostamento.
In linea più generale, il governo ha individuato un percorso di gradualità: dal 15 maggio riaprono le piscine e le spiagge, il 1° giugno le palestre, dal 1° luglio potranno svolgersi fiere ed eventi.
Per ora non è previsto una slittamento dell’orario del coprifuoco che rimane alle 22.
I cinema e i teatri potranno aprire all’aperto, ma anche al chiuso con una capienza limitata.
«Queste aperture – ha detto Draghi nell’incontro con la stampa tenuto insieme al ministro della Salute Roberto Speranza – sono una risposta al disagio di categorie e giovani e portano maggiore serenità nel Paese, pongono le basi per la ripartenza dell’economia. Mi aspetto che avremo un rimbalzo molto forte nei prossimi mesi e poi dovremo attestarci su un sentiero di crescita. Il rimbalzo è certo, non è sicuro esattamente quanto forte sarà. Ma dobbiamo lavorare sulla sfida di assicurare che dopo la ripresa dei prossimi mesi continueremo a crescere e tenere alto il livello dell’occupazione, dopo tantissimi anni in cui purtroppo la situazione è stata diversa».
Il governo, insomma, ha preso «un rischio ragionato, fondato sui dati, che sono in miglioramento, non drammatico, ma in miglioramento. Questo rischio incontra le aspettative dei cittadini e si fonda su una premessa: che quei provvedimenti che governano il comportamento nelle attività riaperte siano osservati scrupolosamente, quindi mascherine e distanziamenti. In questo modo questo rischio si traduce in una opportunità straordinaria non solo per l’economia, ma anche per la nostra vita sociale», ha concluso.

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