Qualcuno lo definisce addirittura il ‘Bronx’ di Campobasso. Non è semplice la vita per chi abita in via Marche, tra strade dissestate e case popolari che – se fossimo nel libro ‘Io speriamo che me la cavo’ – si potrebbero definire ‘sgarrupate’. E’ proprio qui, per la seconda volta nel giro di pochi mesi, che sono tornati gli artisti del ‘Draw the line’,  la manifestazione organizzata dall’associazione Malatesta. Sempre nel ricordo di Sopa, ossia Stefano Roccia, scomparso giovanissimo poco tempo fa.

“L’obiettivo dell’iniziativa – spiega l’organizzatore dell’iniziativa, Nino Carpenito – è sempre lo stesso: intervenire nei quartieri più popolari per veicolare questa forma d’arte, ricreare un po’ la socialità e – perché no – dare un po’ di speranza agli abitanti del quartiere. Spesso, infatti, ci troviamo davanti a situazioni di disagio: ci sono persone che lamentano da venti anni, ad esempio, tanti problemi nelle loro abitazioni, dai calcinacci alle infiltrazioni nelle pareti da venti anni”.

Ecco perché i writers sono stati accolti con entusiasmo e un pizzico di gratitudine visto che l’operazione di restyling è tutto autofinanziato dall’associazione Malatesta. “Gli abitanti del quartiere ci hanno salutato con entusiasmo: capiscono la nostra attenzione per i quartieri più trascurati dall’amministrazione comunale come in questo caso”.

All’opera in via Marche c’è da due giorni il writer Dado, all’anagrafe Alessandro Ferri, arrivato direttamente da Bologna. Un artista di fama internazionale: oltre che con l’università del capoluogo emiliano, ha lavorato a Parigi per La Tour Paris 13, una delle esposizioni più importanti di street art degli ultimi anni, ha esposto alla Biennale di Venezia e a quella di Nanjiing in Cina. E poi Amsterdam e New York.

Per Dado il writing “è un modo per esprimere se stessi attraverso il proprio nome e la propria calligrafia”. “Usa una tecnica spray – aggiunge Carpenito – a differenza di Blu (che ha realizzato un altro murales in via Marche, proprio accanto a quello a cui si sta lavorando in questi giorni, ndr) che preferisce rulli e pennelli. La sua è un’opera di writing puro, che affiancherà un’opera di arte figurativa”.

Oggi arriverà in città un altro writer internazionale, Refer: con le sue abilità artistiche, si occuperà del restyling di una parte del terminal, di cui si parla spesso per il degrado in cui è lasciato. Insomma, se la città è più bella gran parte del merito va all’associazione Malatesta. “In uno spazio più bello si vive meglio – sottolinea ancora Nino Carpenito – la città diventa più a misura d’uomo non solo perché è vivibile, ma anche perché più piacevole”.

Anche se il ‘Draw the line’ si concluderà nel fine settimana, ha già un futuro: lo Iacp ha già messo a disposizione dei writers sei palazzi. Altri spazi su cui intervenire, insomma. “Abituarsi al bello è difficile: la nostra è una rivoluzione culturale”, la chiosa di Nino Carpenito.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.