«La lotta per i diritti? Una strada lastricata e in salita qui in Italia. Una lotta necessaria, ma osteggiata da tanti detrattori che millantano una limitazione delle proprie prerogative». È la posizione espressa dal gruppo Giovani per Agnone democratica in occasione della giornata mondiale contro l’omotransfobia che, continuano gli attivisti agnonesi, «ci ricorda quanto, per ogni ragazzo o ragazza picchiati, per ogni insulto e per ogni derisione, sia importante prendere parte a questa battaglia. Perché, fin quando il mondo non sarà veramente giusto, non ci stancheremo mai di combattere e di sognare». Si tratta dello stesso gruppo di giovani agnonesi che nei mesi scorsi ha curato l’installazione di una panchina colorata con i colori dell’arcobaleno in una zona verde della città. Installazione che non ha mancato di alimentare polemiche. Proprio per tentare di dare un riscontro locale alla giornata mondiale contro l’omobitransfobia abbiamo intervistato il portavoce dei giovani Dem, Enrico De Simone.
Dunque, una battaglia che viene da lontano, ma rispetto alla quale non si intravede ancora un esito certo. Questo dite nella vostra dichiarazione, giusto?
«Sono trascorsi 31 anni da quando, il 17 maggio 1990, si decise di rimuovere l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali redatta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Un evento storico che avrebbe dovuto cambiare il modo di approcciarsi all’altro nell’ambito delle relazioni sociali. Si è trattato di un grido forte per affermare l’assoluta naturalezza dell’esistenza di diverse forme d’amore. Purtroppo, però, almeno in Italia, non sono stati molti i passi avanti fatti in merito all’accettazione dei vari orientamenti sessuali».
Quindi a suo avviso c’è ancora molta strada da percorrere. Sembra un paradosso nel 2021. È davvero così?
«Le discriminazioni continuano a permanere non solo in ambito di comuni e conviviali aggregazioni di individui, ma anche in un campo prettamente istituzionale che stereotipizza, o nega completamente, la concezione stessa di omosessualità».
Un attimo, ci faccia capire meglio.
«Molto spesso, gruppi politici e associazioni varie lavorano sottotraccia per fomentare un odio infondato nei confronti delle minoranze LGBT+. Il compito di chi vuole tutelare diritti sociali e civili risiede proprio nel permettere, a coloro che non comprendono, di informarsi tramite canali che analizzano e razionalizzano le sottostrutture nascoste che tendono a formare un modello societario volto a deresponsabilizzare i soggetti, indicando ogni volta un nemico di turno su cui infierire».
Qual è la soluzione?
«La società deve volere e deve potere plasmarsi su valori condivisi che non si basino sull’odio e sulla paura verso la diversità. Alla base di una società forte e unita c’è il rispetto nei confronti dell’altro e l’arricchimento quotidiano nel far sintesi tra modelli che differiscono dalla propria sfera esperienziale».
Bene, voi, nella provincia, in un piccolo centro montano, qui in Alto Molise, cosa fate per portare avanti questa battaglia di civiltà? Oltre a dipingere una panchina.
«Con i Giovani per Agnone Democratica, continuiamo a batterci contro ogni forma di discriminazione. Per attenzionare la popolazione a queste tematiche abbiamo installato ad Agnone la prima panchina arcobaleno della Regione Molise, per dare una inversione alla tendenza delle nostre terre nel mettere queste questioni in secondo piano. Inoltre, abbiamo aderito alla campagna mediatica relativa all’approvazione del DDL Zan, che sosteniamo fermamente».
Nell’immediato, nei prossimi mesi, qualcosa di concreto sul quale vi state muovendo ce lo riesce a indicare?
«Nell’ottica del perseguimento di finalità sempre più inclusive, ci impegneremo anche nella promozione della Rete nazionale delle Regioni e degli Enti Locali per prevenire e superare l’omotransfobia, affinché il Comune di Agnone e gli altri Comuni molisani possano aderirvi e attivare campagne di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza».

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