«Se a 74 anni e dopo essere stato rieletto per tre volte consecutive presidente della Regione, nonché parlamentare, non posso aspirare a ripropormi alla guida del Molise, se questo non sarà possibile, allora farò il nonno dei miei 7 nipotini». Davanti agli stati generali di Fratelli d’Italia, ad Agnone, nella sala conferenze dell’hotel Duca del Sannio, irrompe Michele Iorio. Il consigliere regionale di Isernia rivendica con forza un ruolo che già in passato lo ha visto attore protagonista sul palcoscenico della politica locale. Ad ascoltarlo con attenzione oltre a Filoteo Di Sandro, Aida Romagnuolo, Massimiliano Scrabeo, anche l’ex sindaco di Agnone, Lorenzo Marcovecchio e molti attivisti del partito di Giorgia Meloni giunti in alto Molise da tutta la regione. Iorio è convinto di quello che dice e anzi rafforza il concetto che, da qui alla scadenza di legislatura, porterà i molisani al rinnovo del Consiglio regionale.
«Quando ho deciso di aderire a questo partito dopo averlo sostenuto alle elezioni Europee – ha detto ancora Iorio – a Roma ho chiesto una sola garanzia: aderisco a Fdi ma sono contro l’operato di Donato Toma. La risposta è stata: non c’è nessun problema, vai avanti».
«Il nome del prossimo candidato alla presidenza regionale passerà per il coordinamento come pure i candidati consiglieri», la presa di posizione di Filoteo Di Sandro che tra dieci giorni convocherà il coordinamento regionale «l’unico organo titolato a dettare la linea». Come dire: fughe in avanti, al momento, non sono concesse. Il riferimento, manco troppo velato, va a alla polemica sui media instaurata dal coordinatore provinciale di Campobasso, Costanzo Della Porta proprio con Iorio. «Invece di parlare sui giornali – ha detto Di Sandro – non capisco perché Della Porta non mi abbia chiamato e allo stesso tempo non lo ha fatto con Iorio per un chiarimento che in consiglio regionale, con la Romagnuolo, rappresenta Fratelli d’Italia». «Queste situazioni non sono più accettabili e vanno evitate perché possono danneggiarci solamente», ha proseguito l’ex assessore regionale. Un fiume in piena Di Sandro che ha lanciato strali contro Toma «la nostra azione nei suoi confronti resta critica, mi auguro non sarà riproposto altrimenti valuteremo l’eventuale alleanza con il centrodestra» e Quintino Pallante «in quattro anni non ha mai partecipato alle nostre riunioni». Anche ad Agnone l’assessore della giunta Toma non si è presentato. «È una sua scelta, spero ci ripensi – ha rimarcato Di Sandro – sta di fatto che in questa sala è presente il 95% di Fratelli d’Italia. Noi andiamo avanti per la nostra strada che poi è quella del nazionale». Ed ancora alla domanda sulla nuova legge elettorale regionale, Di Sandro si è detto pienamente d’accordo: «È ora di finirla con i partitini che con l’1-2% di consensi tengono in ostaggio un’intera assise su scelte fondamentali per il futuro del Molise». Per Aida Romagnuolo l’attuale maggioranza Toma sta facendo «più danni che altro. Nelle ultime settimane abbiamo scoperto gli altarini sul trasporto pubblico locale, ma i nodi stanno venendo al pettine».
Sulla stessa lunghezza d’onda Massimiliano Scarabeo che ha parlato di «classe dirigente mediocre che non sa distinguere un ordine del giorno, da una mozione o proposta legislativa» e di un assessore regionale al Turismo capace di scegliere «collaboratori inadeguati».
Non da ultimo l’intervento dell’ex sindaco di Agnone, Lorenzo Marcovecchio, il quale ha spostato l’attenzione sui problemi dell’area, in particolare su sanità e viabilità. «Inconcepibile registrare come dializzati di altre regioni nei periodi estivi non possono ricevere le cure salvavita al Caracciolo» l’esempio citato. Ed ancora su viabilità, Marcovecchio ha lanciato una provocazione: «Riprogrammare i 40 milioni di euro destinati alla Fresilia per riaprire il viadotto Sente».

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