«Don Lorenzo Milani insegnava ai suoi ragazzi che ognuno deve sentirsi responsabile di tutto e quindi farsi carico di un pezzettino di mondo. In questi giorni di tristezza e di dolore per la guerra in Ucraina e per le tante guerre dimenticate nel Mondo – tanto da far dire a papa Francesco che è in corso la terza guerra mondiale – avvertiamo la necessità ed il dovere di far sentire anche la nostra voce perché la politica, sia quella nazionale che internazionale, trovi con urgenza le strade per la pace e ponga fine allo scandaloso commercio delle armi». Sono le parole di don Alberto Conti, direttore della Caritas diocesana di Trivento, rilasciate alla stampa alla vigilia della marcia per la pace prevista per il pomeriggio di oggi ad Agnone.
“Giustizia e pace si baceranno”, il versetto del salmo 84 della Sacra Scrittura a fornire alla Caritas lo slogan per lanciare l’iniziativa. Un appello rivolto «alle donne e agli uomini di buona volontà, alle associazioni culturali e di volontariato e alle scuole della diocesi» e ovviamente alle istituzioni, ai sindaci in particolare, che rappresentano le comunità locali. L’appuntamento è per il pomeriggio di oggi, intorno alle ore 17, davanti all’ospedale cittadino, da dove poi il corteo silenzioso muoverà verso la chiesa di Maria Santissima di Costantinopoli. Saranno proiettati i video messaggi del presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Zuppi, del presidente dei vescovi del Camerun, di padre Ibrahim dalla Siria e dalla Terra Santa, di sacerdote dall’Ucraina e le testimonianze dall’Afghanistan e dall’Eritrea.
La serata sarà condotta dell’inviato di “Avvenire”, il quotidiano della Cei, Paolo Lambruschi. Riprende don Alberto Conti: «Il Concilio Vaticano II, nella Gaudium et spes, scrive: “Coloro che governano i popoli, quelli cioè che hanno la responsabilità non solo del bene delle loro nazioni, ma anche di quello della comunità umana universale, si sentono fortemente condizionati dall’opinione pubblica e dalla mentalità generale degli uomini. Perciò a nulla gioverebbe loro l’adoperarsi generosamente a costruire la pace, finché sentimenti di ostilità, di disprezzo e di diffidenza, odi razziali e ostinate ideologie dividono gli uomini e li oppongono gli uni agli altri. Da qui l’estrema necessità di una rinnovata educazione degli animi e di un nuovo orientamento nella pubblica opinione. Quanti si consacrano all’attività dell’educazione, specialmente della gioventù, o contribuiscono a formare la pubblica opinione, devono considerare gravissimo loro dovere la premura di inculcare negli animi di tutti nuovi sentimenti di pace. Ed invero ciascuno di noi deve cambiare il suo cuore, avendo di mira il mondo intero e quei compiti che noi tutti, insieme, possiamo svolgere perché l’umanità si incammini verso migliori destini” (n. 82). Per questo – chiude il direttore della Caritas diocesana – invitiamo tutti a partecipare alla marcia della pace ad Agnone. Grazie e uniamo i nostri cuori e le nostre voci per la pace».

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