Epidemia colposa e lesioni colpose. Sono i reati ipotizzati dalla Procura di Isernia nel fascicolo aperto contro ignoti per i fatti della casa di riposo ‘Tavola Osca’ di Agnone e gestita dalla Eco Adriatico srl della famiglia Policella, originaria di Poggio Sannita il cui capostipite è Esterino Giovanni Policella (nella foto) già finito in galera per lo scandalo ‘Black Hole’ scoppiato a Termoli nel 2006. È quanto conferma il procuratore capo, Carlo Fucci intenzionato ad andare fino in fondo per accertare eventuali responsabilità in una vicenda che continua a far parlare i media nazionali.
È la notte di lunedì 6 aprile quando tredici anziani, ospiti della Tavola Osca, tutti risultati positivi al coronavirus, vengono trasferiti dall’Asrem al Santissimo Rosario di Venafro, nelle ultime ore accreditato dalla Regione Molise in fretta e furia in Rsa. Il trasferimento avviene a bordo di tredici ambulanze a biocontenimento coordinate dal dipartimento di Protezione civile nazionale. Dell’operazione, svolta alle 21,00, non vengono avvisati i familiari degli ospiti che nel frattempo si rivolgono alla magistratura. Tanti i punti interrogativi senza risposte tra i quali la scelta di mandare i nonni in un presidio, quello di Venafro, inadatto, sia strutturalmente che in fatto di personale, a gestire malati Covid. A sostenerlo in maniera convinta e con carte alla mano, il MoVimento 5 Stelle che ha chiamato in causa il ministro della Salute, Roberto Speranza. Tornando ai reati ipotizzati dalla Procura di Isernia resta da capire se i gestori della struttura hanno messo in atto tutte le procedure e accorgimenti per evitare l’introduzione del virus, cosa poi realmente accaduta. E in tal caso bisognerà valutare le eventuali negligenze e l’osservanza delle leggi da adottare in merito l’emergenza sanitaria. Intanto la Asrem si è giustificata che gli operatori – anche loro colpiti dal virus – non garantivano più l’assistenza e quindi ha ritenuto trasferire gli anziani a Venafro, non prima di aver affermato di voler reperire Oss da mandare nella struttura di Agnone, con l’intenzione iniziale di tenerli nello stabile di via Pietro Nenni, salvo poi fare una repentina marcia indietro. Procedura legittima? Lo stabiliranno gli inquirenti che lavorano a 360 gradi supportati anche dagli esposti presentati da forze politiche, dal Codacons e dai familiari.
Morte nonnina. È deceduta ieri al Cardarelli di Campobasso l’89enne di Belmonte del Sannio, ospite della Tavola Osca, che nei giorni scorsi è stata trasferita dal Santissimo Rosario nell’ospedale del capoluogo visto l’aggravarsi dello stato di salute. Si tratta della terza vittima (2 di Belmonte del Sannio, 1 di Cergemaggiore) dei 18 nonni ricoverati ad inizio aprile nella Rsa venafrana dove nel frattempo è arrivato nuovo personale tra medici e operatori socio-sanitari.
Chi l’ha visto. Ad occuparsi della vicenda la trasmissione Chi l’ha visto, programma in onda tutte le settimane su Rai 3, che ieri l’altro ha dedicato un ampio servizio, curato dal giornalista Francesco Paolo Del Re che ha ripercorso le tappe salienti dando voce ai protagonisti tra cui il dg dell’Asrem, Oreste Florenzano, il commissario prefettizio, Giuseppina Ferri, il sindaco di Venafro, Alfredo Ricci e una operatrice della struttura finita in quarantena.

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