Nessuna comunicazione tardiva o posticcia, nessun intento di mettere pezze, né a colori né in bianco e nero, semplice prassi e i soliti tempi tecnici, tra l’altro in una situazione di emergenza sanitaria e di estrema urgenza che l’Asrem ha risolto in maniera efficace. E’ la sintesi del pensiero del direttore generale dell’Asrem, Oreste Florenzano, che con la consueta disponibilità ha risposto alle domande in merito ai contenuti del documento pubblicato in esclusiva ieri. Con quella nota, a firma del dg Florenzano, e indirizzata alle famiglie del pazienti trasferiti a Venafro dall’ormai famosa casa di riposo di Agnone centro di un cluster epidemiologico, l’azienda sanitaria chiede, testuale, «una dichiarazione liberatoria che confermi senza condizione alcuna (sottolineato, ndr) il proprio assenso al mantenimento del paziente presso la rsa di Venafro». Ciò che lascia perplessi e alimenta nuove ed ulteriori polemiche è la data del documento: 10 aprile, cioè quattro giorni dopo la famosa evacuazione notturna della struttura agnonese. Una discrepanza temporale che ha fatto ipotizzare un tentativo dell’Asrem di riparare, in qualche modo, a quella che è parsa ai più una sorta di forzatura nelle procedure, visto che il trasferimento in massa degli anziani non venne preventivamente comunicato alle famiglie. «Non abbiamo chiesto, – spiega dettagliatamente il dg Florenzano – una liberatoria al trasferimento dei pazienti, attenzione, ma la liberatoria alla permanenza degli stessi nella struttura attrezzata di Venafro. E’ sostanzialmente diverso». Sarà anche così, ma nell’oggetto del documento si parla chiaramente di nulla osta al trasferimento (vedi foto allegata, ndr). In merito ai quattro giorni di ritardo, dal 6 aprile, giorno della evacuazione degli anziani da Agnone, al 10 aprile, quando il direttore generale firma quel documento indirizzato ai parenti delle persone interessate, Florenzano ha ancora una volta la risposta pronta: «Come è spiegato anche in quella lettera che voi avete pubblicato, l’Asrem non aveva, materialmente, i nominativi delle persone ospitate presso quella struttura. Mi permetto di sottolineare che solitamente le case di riposo hanno e devono avere una lista completa degli ospiti e dei rispettivi contatti con la famiglia di origine, per ogni eventuale comunicazione. In questo caso pare che l’elenco dei contatti non ci fosse, non fosse disponibile nell’immediato o comunque non ci è stato fornito dalla direzione della struttura. Sottolineo, inoltre, che quella di Agnone è una casa di assistenza privata, che esula completamente dal controllo o da qualsiasi supervisione da parte dell’Asrem. Noi, come azienda regionale, siamo intervenuti solo in seguito ad una conclamata situazione di urgenza ed emergenza, visto che nella mattinata del 6 aprile agli ospiti non è stata assicurata la prima colazione e che per il pranzo si è dovuto addirittura far ricorso alla Protezione civile e alle cucine dell’ospedale. Neanche il Comune pare avesse l’elenco degli anziani della casa di riposo, né dunque dei contatti dei famigliari. Siamo riusciti ad avere quei dati soltanto grazie alla disponibilità della locale compagnia dei Carabinieri e appena avuto contezza degli stessi ci siamo premurati di informare le famiglie». Ecco spiegato, dunque, il motivo sia del deficit comunicativo iniziale, famiglie non informate del trasferimento notturno dei propri cari a Venafro, sia della informazione tardiva, quattro giorni dopo, della permanenza dei pazienti nella struttura di Venafro. E comunque, questo Florenzano lo ha ribadito, informare le famiglie del trasferimento degli anziani da Agnone a Venafro spettava alla direzione della casa di riposo, non certo all’Asrem che ha semplicemente risolto una emergenza creatasi.
«Conosco, perché le ho seguite sulla stampa, le polemiche che ha provocato quella operazione. – aggiunge Florenzano, a tratti stizzito – Mi sarei aspettato invece una sorta di riconoscimento di aver fatto una cosa buona e necessaria, organizzata in poche ore, per far fronte ad una situazione emergenziale e urgente che si è venuta a creare in una struttura privata, completamente svincolata dalla Asrem. Ovviamente chi fa qualcosa è soggetto anche a critiche, questo lo sappiamo, ma, torno a ripetere, nel caso di Agnone abbiamo dato una risposta immediata ed efficace, a differenza di quanto fatto in altre regioni dove le cose purtroppo sono andate diversamente. Infine, mi permetto di aggiungere, gli ospiti della casa di riposo di Agnone erano sì positivi, ma asintomatici, quindi in base ai protocolli avrebbero dovuto essere trasferiti nelle proprie abitazioni o in quelle dei famigliari. Abbiamo invece ritenuto opportuno trasferirli in sicurezza in una struttura più confortevole e attrezzata come appunto quella di Venafro, che tra l’altro è stata riconvertita e attrezzata all’uopo in pochissimo tempo».
In aggiunta il direttore generale dell’Azienda sanitaria del Molise sottolinea che la situazione in quella casa di riposo di Agnone era già nota da qualche giorno, come a dire, la direzione locale e le stesse famiglie sapevano, ma nessuno ha mosso un dito, scaricando il tutto sull’Asrem che ha dovuto reagire in tempi rapidi e in emergenza. E in chiusura Florenzano non si sottrae nemmeno alla domanda più “politica”, cioè se l’assenza di una amministrazione comunale politica appunto, quindi di un sindaco in carica, abbia potuto influire negativamente sulla gestione del cluster della casa di riposo e della conseguente emergenza.
«Non sono solito esprimere giudizi sull’operato di altre persone o di istituzioni. Ciascuno conosce bene le proprie competenze e i proprio livelli di intervento e anche i propri poteri di controllo sull’operato altrui. L’Asrem, in quella vicenda, è stata chiamata a gestire una situazione di stringente emergenza e lo ha fatto nel migliore dei modi possibili, in poco tempo, grazie anche alla disponibilità della Protezione civile nazionale che ha risposto immediatamente alle nostre sollecitazioni. Me lo consenta, ci saremmo aspettati un grazie… invece ci stanno coprendo di polemiche e accuse».

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