Una radiologia datata, cronica carenza di personale, assenza di una terapia intensiva e chi più ne ha più ne metta. Oreste Florenzano, direttore generale dell’Asrem, certifica un decennio di inefficienze che vedono l’ospedale di Agnone ridotto a poco più di un poliambulatorio. Nel blitz compiuto ieri mattina, il manager campano ha toccato con mano la situazione di una struttura, che suo malgrado, resta il punto di riferimento di un intero territorio il quale serve un bacino di oltre ventimila abitanti di cui molti provenienti dai comuni del vicino Abruzzo.
«Per esperienze passate conosco le problematiche degli ospedali di area disagiata che come nel caso di Agnone avrebbero bisogno di una serie di servizi le quali oggi, purtroppo non esistono». Accompagnato dal direttore sanitario facente funzioni, Massimo Catauro, Florenzano ha visitato in un lungo e largo la struttura che tra le altre cose è munita di modernissime sale operatorie, tuttavia inutilizzate per mancanza di medici. «Oltre all’assenza di professionisti, il problema serio è quello relativo all’inesistenza di una rianimazione che di fatto permetterebbe l’utilizzo della sale operatorie». Così stando le cose, il San Francesco Caracciolo – rimarca Florenzano – non può che adempire ad una funzione di supporto per le altre strutture. In parole povere, quello che fu un ospedale considerato il fiore all’occhiello della sanità regionale, oggi non può fare altro che limitarsi a ricoverare pazienti di media e bassa intensità. Come dire: fatevene una ragione. Al tempo stesso il messaggio di Florenzano vuole essere propositivo. «Il mio compito non è quello di fare promesse, ma di realizzare le cose. Non è facile, tutt’altro, comuque lavoreremo al massimo delle forze affinché il Caracciolo possa offrire servizi adeguati a quelle che sono le esigenze della popolazione».
Infine alle polemiche relative al trasferimento dei tredici anziani della residenza assistenziale Tavola Osca all’ospedale di Venafro, Florenzano preferisce byapassare le ‘accuse’ piovute nei giorni scorsi dal commissario prefettizio del Comune di Agnone, Giuseppina Ferri che in un documento ha scaricato tutte le responsabilità sull’Asrem. «Non entro nelle polemiche – conclude – quello che vi posso dire e che sono in possesso di prove documentali per dimostrare il nostro operato».
«Probabilmente Florenzano non sa che a lui compete la programmazione – commenta don Francesco Martino da sempre impegnato nella lotta a salvaguardia del Caracciolo – per questa ragione non può limitarsi a dire e a certificare l’esistente, ma contrariamente deve porre azioni concrete che passano per il rilancio della struttura pubblica».

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