O la sanità pubblica torna ad essere gestita dal Governo centrale, o la sensazione è che i piccoli ospedali non avranno alcun futuro. In alto Molise la riflessione prende sempre più piede soprattutto dopo la visita del direttore generale di Asrem, Oreste Florenzano fatta al San Francesco Caracciolo.
Il blitz del manager, infatti, oltre a rimarcare le croniche carenze che tutti conoscevano, non fa ben sperare per il futuro della struttura, la quale nonostante tutto, resta il punto di riferimento per un bacino di oltre 20mila abitanti. Anziché rimarcare le innumerevoli falle strumentali e di personale, da uno come Florenzano ci si attendeva qualcosa in più. Se non altro visto che conosce – sue testuali parole – le problematiche degli ospedali di area disagiata per averci avuto a che fare in Campania dove ha lavorato in passato. Al tempo stesso, seppur velatamente, nella sua intervista ha puntato il dito verso l’immobilismo delle precedenti amministrazioni regionali che di fatto hanno contribuito al depauperamento e smantellamento del nosocomio di frontiera. Insomma, per chi non l’avesse capito, Florenzano ha ‘certificato’ la mala gestio di una Regione che continua ad infischiarsene di strutture come quella di Agnone, le quali vivacchiano solo grazie a riconoscimenti arrivati sulla carta da Roma. Ed ecco il punto che dimostra l’inadeguatezza di una classe politica, regionale, la quale non riesce, o non vuole, mettere in pratica le chiare e ineccepibili indicazioni giunte in tempi non sospetti dalla Capitale, o meglio dai Ministeri della Salute, Economia e Finanze. E allora tanto vale che la gestione della sanità pubblica torni in mano dello Stato contrariamente a quanto accade oggi con venti servizi sanitari differenti in tutto il Paese.

Un discorso che in tempi di coronavirus è tornato prepotentemente alla ribalta nazionale e che in alto Molise, in particolare, augurano possa trovare fattibilità in tempi ragionevoli. Soprattutto perché più passano i mesi e più si registrano ridimensionamenti laceranti che difficilmente potranno cicatrizzarsi. Il disegno d’altronde è lapalissiano: allontanare l’utenza in modo tale da poter dire che l’ospedale non ha più motivo di svolgere le sue funzioni. Un piano diabolico ormai venuto allo scoperto avviato dal governo Iorio, proseguito da Frattura e portato quasi a compimento da Toma. In questo frangente resta il giallo dell’attivazione di 50 posti di Rsa sbandierati ai quattro venti ma che ancora gridano vendetta. Perché di fatto alle parole non sono mai seguiti i fatti come per tante altre situazioni come ad esempio le moderne, ma inutilizzate sale operatorie per interventi di day surgery, il balbettante Pronto soccorso, i nuovi macchinari da installare in Radiologia. «Non faccio promesse» ha detto Florenzano in visita ad Agnone. E ci mancherebbe!

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.