Lenzuola bianche esposte nei pressi della chiesa del Santo Spirito, che ieri pomeriggio ha ospitato la cerimonia funebre del 16enne Valerio Desiderio, il ragazzo stroncato da un male incurabile al policlinico Gemelli di Roma e la cui dipartita ha sconvolto le comunità di Guglionesi e Campomarino, ma anche tutto il basso Molise. Alle 16 la funzione religiosa con rappresentanti istituzionali, del mondo del volontariato, che si sono stretti attorno alla famiglia di Valerio, assieme ai tantissimi amici. «Nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi resta». E Valerio vive nei cuori di tutti coloro che lo hanno conosciuto e amato ma anche di chi tutto questo non ha avuto modo di farlo. Perché la notizia della scomparsa di Valerio ha toccato i cuori di tutti. E ha fatto calare un silenzio surreale per le strade delle due comunità. Un puzzle, «se togli un pezzetto del puzzle, anche se rimangono 999 pezzi, quel puzzle perde il senso», sono queste le parole del parroco che ha celebrato la messa, don Rosario Candigliota, assieme a don Guglielmo Gigli «Valerio ha fatto parte di questo puzzle – ha proseguito il prete – e oggi, non possiamo non gridare verso il cielo il nostro perché. Non possiamo non farlo, credenti e non alzano gli occhi al cielo e chiedono perché. Le cose che non hanno un senso ci toccano dentro. Oggi siamo qua per rendere conto di Valerio, di quel puzzle che oggi perde un pezzo e perde la sua bellezza. E un senso a tutto questo al momento non c’è. Questo senso dobbiamo crearlo dal nulla. Valerio era una delle persone più presenti, quando parlavi lui guardava, rideva e sapeva essere presenza nel suo essere silenzioso. Aveva sempre una soluzione, e anche se aveva 16 anni è stato un maestro. Se siamo qui e perché vogliamo guardarli on faccia questo dio che ci deve delle spiegazioni».

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