Il letto ordinato, la stanza col bagno in camera, la doccia, i vestiti nell’armadio, la stufetta che la signora Lucia avrebbe portato ogni sera con sé per riscaldarsi prima di andare a dormire: Donato e Antonietta, fratello e cognata della donna di Casalciprano – che ora si trova in una struttura protetta e che ormai oltre una settimana fa è stata liberata dai Carabinieri di Bojano dopo una denuncia anonima sulla presunta “prigionia” della donna durata 22 anni – hanno parlato e si sono mostrati alle telecamere di Mattino 5, accogliendo i giornalisti Mediaset nella loro casa in via Carcere.
Lo hanno fatto per mostrare tutte quelle che apparentemente sembrerebbero delle incongruenze rispetto al racconto della signora Lucia, che li ha accusati di averla tenuta segregata nella loro casa a Casalciprano per 22 anni, e precisamente dal 1995 – quando è morto il marito e si è trasferita da loro -, ma anche rispetto alla segnalazione anonima che è arrivata ai Carabinieri di Bojano da cui sono poi scaturite le indagini e il comunicato delle Forze dell’Ordine, a seguito oltretutto di un rapporto dei servizi sociali del piccolo centro della provincia di Campobasso.
Donato e Antonietta, fratello e cognata della signora Lucia, hanno quindi negato tutte le accuse parlando in esclusiva al programma tv condotto da Federica Panicucci. Le immagini che hanno fatto il giro del web, e che in questi giorni hanno visto milioni di italiani, catturano infatti una situazione ben diversa da quanto descritto dalla donna ai Carabinieri: una casa tutto sommato normale, una classica abitazione di un centro storico, ma – sempre secondo il racconto della coppia – non un tugurio, non quel luogo dell’orrore descritto subito dopo il trasferimento della signora Lucia in un centro protetto.
«Dicevano che su, dove dormiva, non c’era il riscaldamento. Però c’era la stufetta che lei si portava tutte le sere – spiega la cognata mostrando il letto matrimoniale della stanza, intonso -. Mio marito ha aggiustato la stanza con il bagno in camera in cui non c’è il bidet, ma ci sono la doccia e il lavandino ed è stato detto che utilizzava il lavatoio. Nell’armadio ci sono coperte e vestiti». La donna li mostra alle telecamere, apre le ante e afferma che di vestiti, oltretutto, ce ne fossero molti di più prima che Lucia andasse via. Poi alla domanda dell’inviato, conferma che era lei che si preoccupava di andare a ritirare la pensione, come hanno testimoniato anche tanti cittadini di Casalciprano, per fugare il sospetto che potesse essere economico il motivo alla base della presunta prigionia.
«È vero, andavo io a ritirare la pensione perché lei non era in grado» racconta, ai microfoni di Canale 5, Antonietta. Non è chiaro, al momento, quale sia il motivo per cui Lucia però non fosse in grado di gestire le proprie questioni economiche. Secondo la tesi della coppia di familiari, la vedova non sarebbe nella piena capacità di intendere e di volere.
Sarebbe capitato parecchie volte che Lucia, rimasta da sola in casa, si chiudesse dentro a chiave, racconta ancora Antonietta. «Lasciava la chiave inserita nella porta, sono stata pure due ore fuori non potendo rientrare» spiega la cognata, che smentisce anche i sospetti secondo cui quel chiodo posizionato vicino alla porta sarebbe servito per bloccarla e impedirle di uscire liberamente.
«L’ha messo per mantenere il cartongesso – dice -. Stiamo vivendo da delinquenti e siamo persone innocenti perché non abbiamo fatto niente. La trattavo proprio come una di famiglia, come fosse mia sorella», si difende Antonietta. Poi, con incredulità, sia la cognata sia il fratello di Lucia, si domandano perché la donna abbia «alzato tutto questo polverone».
Perché l’avrebbe fatto, domanda l’inviato di Mattino 5. «Non lo so, veramente non lo so» risponde con lo sguardo basso il fratello, Donato, dicendo di esserne dispiaciuto. Intanto, le indagini della Procura sono ancora in corso. Inizialmente si era vociferato potesse esserci anche il coinvolgimento di qualcun altro nella vicenda ancora al vaglio degli inquirenti. Alla difesa dei due coniugi, rappresentanti dall’avvocato Rivellino intervistato nel corso della stessa trasmissione, non è pervenuta ancora alcuna notifica. Il sindaco di Casalciprano, Eliseo Castelli, all’indomani del caso mediatico, si è detto “garantista”, per rispetto della privacy di tutte le persone coinvolte. Per chiarire tutti i contorni di una vicenda, bisognerà quindi attendere l’esito delle indagini.

 

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.