Giovanissima e anche abilissima nel mettere a segno una rapina in una chiesa dopo aver anche aggredito il parroco, nel far perdere le proprie tracce dal 2018 – anno in cui è stata condannata – ad oggi. Si perché la 35enne ha letteralmente schivato l’arresto fino a qualche giorno fa, quando ha incrociato sulla propria strada i carabinieri di Bojano.
La donna, classe 1998, per evitare di scontare la pena conseguente alla condanna per rapina aggravata commessa a Gatteo Mare, ha cambiato continuamente domicilio confinando sul fatto che nessuno avrebbe fatto caso a lei. E invece no: quel volto sconosciuto ha incuriosito i militari della stazione di Bojano. La rapinatrice aveva trovato alloggio in un appartamento sul viale principale di Bojano. Un controllo speditivo, atteso che la faccia non era conosciuta, ha consentito di fare emergere la condanna mai scontata. Dal 2018, infatti, cambiando continuamente domicilio, la donna è riuscita ad eludere i controlli di polizia. Fino a quando i militari della Compagnia matesina hanno indagato a fronte delle verifiche periodiche delle persone che dimorano in appartamenti da tempo individuati come ritrovo di pregiudicati e non residenti.
A Gatteo Mare, località turistica romagnola, la donna e il suo compagno si sono introdotti in chiesa e trafugato valori e denaro, prima di essere sorpresi dal parroco che ha cercato invano di fermarli. I due lo hanno aggredito nel tentativo di fuggire, procurandogli lesioni personali. Sembra che quel giorno la donna avesse con sé un bambino, grazie al quale sarebbe riuscita a far perdere le proprie tracce nascondendosi tra i turisti, a differenza dell’uomo che quel giorno è stato rintracciato poco dopo la rapina e fermato.
L’episodio, purtroppo, non è rimasto isolato: diversi i colpi messi a segno su autobus, in esercizi commerciali e in danno di privati cittadini, riuscendo sempre a fuggire. Persino un arresto per furto, detenzione di sostanze stupefacenti (oltre 100 grammi di hashish), appropriazione indebita e truffa.
Sono in corso accertamenti per chiarire le dinamiche e le congiunture che l’hanno portata a dimorare a Bojano, come mai sia finita nella città matesina in considerazione che l’attività delittuosa sarebbe continuata, attesa l’assenza di alcun ravvedimento nel tempo, nonostante i rigori della legge.
Al termine delle formalità, la giovane rapinatrice è stata associata alla casa circondariale di Benevento. Il Comandante della Compagnia Carabinieri di Bojano plaude all’operato dei sui militari e si dice sempre più convinto che l’attività di prevenzione posta in essere dalle pattuglie sul territorio, a supporto di attività investigative, sia uno degli strumenti più efficaci a disposizione (mai disgiunto dalle segnalazioni dei privati cittadini), per aumentare il livello di sicurezza percepita e garantire alle collettività il quieto vivere quotidiano.

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