Calamità disastrose che intrecciano insieme, tragicamente, l’intervento dell’uomo e la risposta della natura. Un filo conduttore che lega l’Italia del nord all’Italia del sud, il Trentino alla Campania, il Veneto al Molise, gli anni ’60 del secolo scorso al terzo millennio, perché ovunque la cronaca ieri e ancora oggi, purtroppo, rimanda a impressionanti eventi disastrosi e l’elenco dei morti si fa sempre più lungo.
Cosa accomuna il terremoto che nel 2002, venti anni fa, ha spazzato via un’intera generazione di bambini, la loro maestra a una storia altrettanto dolorosa che si appresta, il prossimo anno, a celebrare il suo 60esimo anniversario? Come leggere insieme le due tragedie, San Giuliano di Puglia come Longarone, con una scuola che crolla e una diga che regge e la furia della natura che non risparmia nessuno? E soprattutto c’è ancora una possibile speranza? Sono, questi, gli interrogativi che la due giorni di iniziative in programma il 22 e 23 ottobre prossimi intende indagare con il progetto “San Giuliano di Puglia, la storia di un borgo antico” ideato e curato dall’associazione culturale Best Stage, in occasione del ricordo del sisma del 31 ottobre 2002.
Tra visite guidate in paese e teatro, con l’attesa rappresentazione del lavoro firmato da Andrea Ortis “Il Vajont di tutti, riflessi di speranza”, la manifestazione punta ad approfondire il rapporto tra uomo e natura attraverso incontri destinati agli studenti e alla collettività. A tale scopo sono stati organizzati eventi che coinvolgeranno la cittadinanza con l’idea di far conoscere il borgo dal punto di vista architettonico, in una visione costruttiva del patrimonio storico-culturale: si potranno conoscere luoghi significativi come la Chiesa parrocchiale di San Giuliano Martire del XIV secolo, il Palazzo Marchesale del XVI secolo, la Torre Saracena del XVI secolo e Piazza Sant’Antonio Abate. Gli studenti delle scuole della zona colpita dal terremoto dialogheranno con il regista e attore Andrea Ortis, autore tra l’altro proprio dello spettacolo teatrale che racconta la tragedia del 1963, voluto all’interno della manifestazione per il suo evidente e forte connotato didattico. “Il Vajont di tutti, riflessi di speranza” rende attuale un racconto che, seppur parte risalente nel tempo, intercetta moltissimi elementi di connessione con l’attualità: spesso dietro a disastri ambientali vi sono giri, affari, storie di nascondimenti, e in quest’ottica il Vajont diventa assimilabile ad altri disastri avvenuti in Italia nel corso degli anni, da Sarno a Viareggio, fino alla triste vicenda di San Giuliano di Puglia, punti bui e dolorosi della storia recente italiana. Tuttavia “Il Vajont di tutti” è anche e soprattutto un racconto di speranza e forza, una storia fatta di gente che decide di andare avanti.
Nel paese simbolo del terremoto del 2002, dunque, sabato 22 ottobre si terrà una visita guidata tra le vie del borgo con approfondimenti storici, architettonici ed artistici (ore 10.15 – ritrovo alle 10), mentre alle ore 12 ci sarà l’incontro di approfondimento “Uomo e natura” con Andrea Ortis presso il Museo Multimediale M3TE.
Domenica 23, una nuova visita guidata tra le vie del borgo con approfondimenti storici, architettonici ed artistici (ore 15), alle ore 19 aperitivo al borgo con prodotti enogastronomici del territorio e alle 20.30 lo spettacolo teatrale “Il Vajont di tutti, riflessi di speranza” allestito nel palazzetto dello sport.
La manifestazione, presentata a Campobasso nel corso di una conferenza stampa alla quale sono intervenuti il sindaco di San Giuliano di Puglia, Giuseppe Ferrante, il vicepresidente della Regione Molise, Vincenzo Cotugno, il regista Andrea Ortis e la produttrice esecutiva Lara Carissimi, è stata realizzata grazie al Bando “Turismo è cultura 2022” ed è patrocinata dal Comune di San Giuliano di Puglia in collaborazione con diverse associazioni del territorio.

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