«Mentre in tutta Italia tante amministrazioni comunali si sono attivate per conferire la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre, Oratino temporeggia». È il commento del capogruppo dell’opposizione Luca Fatica che spiega: «Seppure come gruppo consiliare di minoranza, lo scorso 18 novembre, abbiamo depositato una richiesta in tal senso, attenendoci al regolamento comunale e credendo di trovare ampia condivisione tra i colleghi amministratori della maggioranza, ad oggi tutto tace.
Ad oltre un mese dalla presentazione dell’istanza, il sindaco Roberto De Socio non ha ancora convocato la commissione incaricata di fornire un parere (non vincolante) sull’argomento.
Assenza di interesse? Difficoltà nel far passare la proposta tra i consiglieri di maggioranza e tra i suoi principali spalleggiatori politici? Mancanza di tempo? Volendo essere buoni, e ragionando positivamente, crediamo sia quest’ultimo il motivo alla base del ritardo. Anche perché non vogliamo pensare che l’attuale maggioranza, al governo della comunità oratinese, non sia sensibile sull’argomento. Significherebbe ignorare il rischio di un totale imbarbarimento della società. Non essere attenti al tema, attualissimo, del proliferare di sentimenti di odio, di parole e atteggiamenti che riportano ad un passato terribile. Perché, lo ricordiamo, il conferimento della cittadinanza onoraria a Liliana Segre, deportata nel campo di sterminio di Auschwitz, é un atto simbolico. È un gesto di solidarietà rivolto a tutti coloro che oggi sono vittime di attacchi ostili, del rancore che diventa razzismo, dell’intolleranza nei confronti del diverso, del risentimento che si trasforma in disprezzo. La storia forse non ci ha insegnato tanto. Non sono servite le immagini, i numeri spaventosi, la condanna della follia umana che hanno raccontato ci6 che accadde solo 70 anni fa. Non è servito a nulla ricordare ogni anno date come il 25 aprile, il 2 giugno, il 4 novembre.
Ecco perché in questo momento, in cui torna di moda la politica che alimenta paure e timori, alla ricerca spasmodica del consenso, e che riprendono vigore comportamenti che nulla hanno a che vedere con il nostro sentirei democratici, figli della Resistenza e dei Padri Costituenti, non possiamo ignorare il problema. Non possiamo voltarci dall’altra parte o sottovalutare questi gesti simbolici.
E allora, non credendo che il sindaco e la maggioranza comunale di Oratino vogliano trascurare il nostro appello, che va appunto nella direzione della memoria, del recupero della parola “Rispetto” nel vocabolario politico italiano, restiamo in fiduciosa attesa che qualcosa si muova e la nostra richiesta venga accolta».

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