Arrestato nelle prime ore di ieri l’ultimo dei destinatari delle misure cautelari connesse all’operazione Piazza Pulita. Si tratta di un beneventano di 37 anni, già noto alle forze dell’ordine, che sfuggito casualmente alla cattura nella giornata di mercoledì, è stato rintracciato ieri a Napoli dai militari del Nucleo Investigativo e immediatamente sottoposto agli arresti domiciliari.
Le indagini avevano permesso di acclarare che il soggetto aveva acquistato sostanza stupefacente dal clan malavitoso operante nel centro matesino, ben collegato con le organizzazioni camorristiche operati in Campania.
Può quindi ritenersi conclusa con pieno successo l’operazione Piazza Pulita, condotta dai Nucleo Investigativo dei Carabinieri e dal GICO della Guardia di Finanza di Campobasso, magistralmente coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia presso il Tribunale di Campobasso, che ha consentito di sradicare tre diverse associazioni dedite allo spaccio di sostanze stupefacenti.

 

Al via oggi gli interrogatori di garanzia, indagati trasferiti nelle carceri di fuori regione

Un faldone contenente migliaia di pagine, frutto di più di due anni di indagine con appostamenti, intercettazioni, immagini. Riscontri che gli inquirenti hanno messo nero su bianco e che si traducono nella più vasta operazione che il Molise ricordi. Altrettanti pesanti le accuse: associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, traffico di stupefacenti ed estorsioni, anche con l’aggravante del cosiddetto metodo mafioso, trasferimento fraudolento di valori, impiego di denaro beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio e porto abusivo di armi.
Ben 39 le persone coinvolte nell’inchiesta della Dda Piazza Pulita – di cui 20 in carcere – che ha sgominato tre organizzazioni criminali, operanti soprattutto a Bojano e nella provincia, con al vertice un boss della camorra.
Otto degli indagati sono difesi dall’avvocato Nais Gentile che a partite da oggi inizierà gli interrogatori di garanzia, rigorosamente in videoconferenza come imposto dalle misure anticovid. Per altro i soggetti destinatari delle misure cautelari in carcere sono stati trasferiti in istituti di fuori regione (Roma, Cassino e Benevento). La struttura di via Cavour non poteva infatti garantire l’isolamento e la quarantena per i detenuti, previsto in caso di ‘ingressi’ durante la pandemia.
Lunedì saranno completati tutti gli interrogatori per le persone rinchiuse in carcere, mentre dal 27 maggio inizieranno le audizioni per gli indagati colpiti da misure meno afflittive, in un appartamento di via D’Amato messo a disposizione delle forze dell’ordine e degli inquirenti.
L’avvocato Gentile per il momento mantiene il più stretto riserbo: «Non abbiamo ancora avuto la possibilità di leggere tutto il fascicolo – l’unico commento – ci sono delle evidenti difficoltà legate anche all’emergenza Covid. Verosimilmente i miei assistiti si avvarranno della facoltà di non rispondere, per poi analizzare dettagliatamente il fascicolo e i reati a loro ascritti».
Nel mirino degli inquirenti tre bande criminali, organizzate in maniera piramidale, dalla più piccola e con meno ‘compiti’, alla più potente capeggiata dal boss napoletano.
Spaccio di cocaina – anche a persone insospettabili, come l’ex assessore della Giunta Di Biase – estorsioni e minacce a mano armata. Un ‘tesoretto’ da circa 250mila euro poi reinvestito in due società di Bojano specializzate nella vendita del pelle con prezzi fuori mercato, così da guadagnare il monopolio del settore. Il ‘passo’ successivo era nel settore edile della regione e chiedere il pizzo ai commercianti. Tentativo, per fortuna, stroncato dall’indagine della Procura e dal blitz di Carabinieri e Guardia di Finanza.

 

Le ‘dritte’ dell’assessore agli spacciatori: «La roba nascondila nelle mutande»

«Per entrare a casa sua abbiamo dovuto passare 4 porte blindate, c’era gli uomini fuori coi mitra. Sembrava un carcere». È il racconto del capo della seconda organizzazione criminale, pregiudicato molisano, ad un amico. Stupito e ‘piacevolmente’ sorpreso della potenza di un boss napoletano a cui si è rivolto in uno dei suoi viaggi per il rifornimento della droga. «Mi sono fatto i conti – prosegue – guadagnerò 20mila euro al mese. Poi tra qualche anno esco dal giro». All’indomani dell’operazione Piazza Pulita emergono altri dettagli sulle intercettazioni che hanno raccolto gli inquirenti. Pizzicato al telefono anche l’ex assessore del Comune di Bojano, accusato di favoreggiamento. Secondo l’accusa l’amministratore avvertiva gli spacciatori e i membri dell’organizzazione di possibili controlli delle forze dell’ordine, invitando loro a fare attenzione: «Miché, tieni gli occhi aperti, vi stanno controllando. E non te lo ripeto più. La prossima volta ‘la roba’ non la portare in quel cofanetto. Te la devi mettere nelle mutande».

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