Le note del De Nigris, i versi del Metastasio, la commozione tra la folla. Non è solo la processione del venerdì Santo, è un rito che identifica tutta la comunità, talmente suggestivo e toccante da coinvolgere laici e fedeli. L’intera città di Campobasso si è stretta attorno alle statue della Madonna e del Cristo morto in segno di devozione.

Un corteo lunghissimo, partito alle 18 dalla chiesa di Santa Maria della Croce, dal cuore del centro storico, per poi snodarsi nelle principali strade della città. Migliaia di persone in preghiera, il coro composto da oltre 700 cantori, le donne velate che circondano la statua dell’Addolorata, i volontari dell’Unitalsi che accompagnano i malati e gli invalidi, le associazioni, gli scout, un fiume di emozioni che invade ogni angolo di Campobasso.

“Qui sta la forza di questa processione: scegliere sempre la strada del bene, creare solidarietà e non vendetta. Non entrare nella logica mortale delle armi. Ma del sostegno allo sviluppo e alla crescita, nel lavoro e nella dignità. Dalla notte si esce solo con il lume. Non con altra notte”, uno dei passaggi del vescovo Bregantini nel suo discorso davanti al carcere di via Cavour.

L’articolo completo domani su Primo Piano Molise.

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