«E’ stato un anno infernale». Esattamente dodici mesi fa lo sciame sismico ha aperto il calvario per migliaia di genitori e per i loro figli, alunni nelle scuole ‘Scarano’, ‘Guerrizio’ e ‘Don Milani’. Tre scuole diverse, stesso refrain: non rispondono agli attuali requisiti di sicurezza. Vengono chiuse poco dopo dal sindaco Antonio Battista.

Per i piccoli della primaria di via D’Amato la tribolazione dei doppi turni, cominciati il 12 settembre, sembrava al capolinea fino a pochi giorni fa. «Dopo le vacanze di Natale, tutti in classe nel nuovo edificio di via Berlinguer», la promessa del primo cittadino. I fatti poi sono andati diversamente. La nuova scuola è ancora un cantiere aperto. E i genitori, dopo aver messo in pratica in segno di protesta lo sciopero delle lezioni, lunedì con senso di responsabilità hanno accompagnato i bambini in classe. Alle due del pomeriggio, con le temperature sotto allo zero e l’allerta neve. Nel cuore il dispiacere per non essere riusciti a incalzare l’amministrazione a rispettare gli impegni presi e la sofferenza nel vedere le lacrime dei loro piccoli. «Mia figlia è sempre andata volentieri a scuola, ma ora piange tutti i giorni perché non ce la fa più ad andare in classe di pomeriggio», racconta una mamma. Lei, come tanti altri mamme e papà dei bambini della ‘Guerrizio’, da quattro mesi sta stringendo i denti: la loro è una vita stravolta completamente.

«Quando abbiamo saputo che la nuova scuola non sarebbe stata aperta lunedì prossimo perché i lavori ancora non vengono completati, è stata l’ennesima delusione: pensavamo di essere arrivati alla fine di questo calvario», si sfoga la donna. «Siamo molto avviliti, i bambini piangono e non vogliono più andare a scuola. Ma lunedì abbiamo deciso di accompagnarli in classe: non possiamo bloccare l’attività didattica per venti giorni o comunque per un tempo indefinito, ossia fino a quando la nuova scuola sarà pronta».

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