Il blitz è scattato a marzo dello scorso anno e ha fatto molto ‘rumore’ in città. Polizia e Carabinieri sono riusciti a sgominare una banda di giovanissimi che, in pochi mesi, oltre allo spaccio di cocaina, aveva dato il via ad un’escalation di violenza, rapine e atti intimidatori – anche nei confronti delle forze dell’ordine – in ‘perfetto stile Gomorra’. E proprio i criminali di Scampia e i membri della Banda della Magliana rappresentavano modelli da emulare per tentare di «conquistare la piazza di Campobasso», come si è evinto dalla intercettazioni.
Al vertice della banda Michele Di Bartolomeo, alias Pensa, 25enne di Campobasso con alle spalle un curriculum di tutto rispetto: oltre agli atti vandalici a colpi di bomboletta in giro per la città, era stato anche arrestato qualche anno fa in Romania per aver rapinato una gioielleria. Ma questo non gli aveva impedito di ‘dedicarsi’ all’attività di spaccio tra Lucera e Campobasso. Nel corso di una delle perquisizioni scattate l’anno scorso le forze dell’ordine hanno trovato nell’abitazione di Pensa un involucro contenente circa 90mila euro, nascosto nelle mura di casa, provento dell’attività di spaccio. In un video, per altro, il giovane si vantava dei suoi ‘guadagni’ lanciando banconote insieme ai suoi clienti. Mercoledì gli inquirenti sono arrivati all’epilogo della complessa indagine. È stato infatti notificato nel carcere di Larino, dove il 25enne è rinchiuso, il provvedimento di esecuzione del decreto di sequestro preventivo della somma di denaro.
L’indagine della Squadra Mobile ha preso il via il 22 agosto 2018 dopo la rapina a mano armata compiuta in piazza Cesare Battisti ai danni di una coppia di fidanzati appena usciti da un locale. I ladri col volto coperto da un passamontagna, aggredirono il ragazzo con calci e pugni e, una volta trascinato fuori dall’auto, gli sfilarono dal polso un orologio Rolex.
I rapinatori cercarono anche di impossessarsi della macchina: tentativo fallito grazie all’intervento della fidanzata che gettò le chiavi dell’auto tra le altre macchine parcheggiate. Non una ‘semplice’ rapina per gli inquirenti che avviarono immediatamente le indagini per vederci chiaro. E infatti chiusero subito il cerchio su Michele Di Bartolomeo, già noto per spaccio, e reati contro la persona e il patrimonio.
Il giovane, già sottoposto a sorveglianza speciale con divieto di uscire di casa dalle 20.00 alle 07.00 e di accompagnarsi con pregiudicati, sistematicamente violava la misura per gestire i suoi traffici di droga. Ad aiutarlo nella sua ‘attività’ anche i genitori separati, anche loro iscritti nel registro degli indagati. La madre lo accompagnava in auto nei rifornimenti e nella vendita di droga. Il padre, invece, lo aiutava a nascondere le ingenti somme di denaro di provenienza illecita, invogliandolo addirittura a presentare domanda per ottenere il reddito di cittadinanza, come è emerso dalla intercettazioni.
In pochi mesi il 25enne ha messo ha segno due rapine picchiando le vittime, ha pianificato almeno altre tre rapine, ha spacciato droga quotidianamente guadagnando anche fino a due/tremila euro al giorno, ipotizzando come riciclare il denaro provento dell’attività illecita. Non solo: ha addirittura pensato di comprare una pistola da usare contro un poliziotto. Secondo l’accusa il giovane è anche responsabile di minacce e intimidazioni ai danni di agenti: ad uno ha rubato uno scooter, ad un altro ha incendiato la macchina.

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