Un anno di pandemia in cui la paura di contrarre il virus, forse, ha colpevolmente fatto dimenticare che purtroppo non si muore solo di Covid. Ci sono malattie rare e gravissime che colpiscono all’improvviso, gettando nello sconforto chi ne è affetto e i suoi familiari. È la storia della signora Luisa, 54enne molisana a cui, circa 5 anni fa, è stata diagnosticata la fibrosi polmonare idiopatica. Si tratta di una malattia polmonare non neoplastica, caratterizzata dalla formazione di tessuto cicatriziale all’interno dei polmoni, in assenza di cause note. La FPI è una malattia rara che colpisce circa 5 milioni di pazienti nel mondo. Si stima che la prevalenza sia lievemente più elevata nei maschi, rispetto alle donne.
La signora Luisa sta combattendo la sua battaglia da diversi anni con grande coraggio ed umiltà, ma negli ultimi tempi le sue condizioni si sono aggravate. Da due mesi è ricoverata all’ospedale Cardarelli, in attesa di un trapianto, unica opzione terapeutica che può salvarle la vita. Operazione che, ovviamente, va eseguita in un centro specializzato che in Molise non è presente. Di qui l’appello disperato lanciato negli ultimi giorni dalle giovani figlie della signora: «Nostra madre ha bisogno di cure, ma il Molise non ha mezzi per farlo. Cerchiamo un centro specializzato ma per via del Covid nessuno ci aiuta».
La paziente ha bisogno di cure in un centro di riabilitazione polmonare ad alta competenza, in attesa di ricevere il trapianto. Eppure, in due mesi, nessuno si è mosso – né i medici né i vertici dell’ospedale – per predisporre il trasferimento o quantomeno cercare una struttura dove indirizzare la famiglia.
«Per i pazienti Covid – lo sfogo dei familiari – si attiva la cross per i trasferimenti in altri ospedali, ma ci sono tante altre persone che hanno bisogno di cure. Sappiamo che in questo momento è molto difficile, con una pandemia in atto, trovare delle strutture che accolgano pazienti, ma da soli non possiamo farcela. Senza contare che il trasporto di un paziente affetto da una patologia così grave richiede mezzi specifici. Abbiamo provato a cercare autoambulanze privatamente, ma non ci sono mezzi con le strumentazioni adatte».
Una situazione che va risolta in tempi rapidi, perché certe patologie non aspettano. Ieri sera, da quanto hanno riferito i familiari, è stato concordato il trasferimento della signora ad Isernia. Una soluzione ‘tampone’ in attesa di trovare una struttura adatta fuori regione. Il tempo, però, stringe, e la famiglia lancia un appello anche alle istituzioni affinché tutti facciano la loro parte.

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