Arriva da queste montagne, dove ancora si scorge la neve e dove il vento soffia forte, la mano che una coppia di imprenditori agricoli di Roccamandolfi ha teso al collega allevatore di Mercogliano che, nella notte di Pasqua, ha visto la sua attività inghiottita, in un sol boccone, da animali randagi che hanno letteralmente fatto razzia nel suo allevamento.
La strage di ovini è avvenuta a Mercogliano, comune della provincia di Avellino, nella notte di domenica 17 aprile. In tutto sono 40 le pecore morte, ritrovate il mattino seguente dagli allevatori proprietari del gregge. Un’altra ventina di ovini sono stati seriamente feriti nell’assalto di quelli che sembrerebbero essere stati cani selvatici.
Un danno considerevole per i proprietari dell’allevamento e quando Daniele Berlingieri e sua moglie Maria – allevatori di Roccamandolfi e proprietari dell’azienda agricola “La pecorella nera” – hanno appreso la notizia dalla testata televisiva Tg Avellino e poi dall’online primativvu.it hanno cercato un contatto con Antonio e Concettina Valente, la coppia di allevatori che ha subito l’enorme danno economico. Per aiutarli, per consegnare loro qualche capo di bestiame così da ricominciare così come aveva fatto con Daniele e Maria un allevatore sardo, Valerio Piredda, che aveva donato una parte del suo gregge alla coppia di Roccamandolfi quando sulle montagne molisane il loro gregge era stato decimato dall’assalto dei lupi.
Daniele, come ricordano i colleghi della televisione di Avellino che hanno raccontato questa storia di solidarietà e umanità, è un grande lavoratore e come lui la moglie Maria. Non solo privazioni, racconta Berlingieri al giornalista, ma anche tante soddisfazioni che derivano da un lavoro duro, che non conosce vacanza né pause, che deve essere portato a termine ogni giorno, con qualsiasi condizione meteorologica.
Un mestiere durissimo, ammette, «ma che non cambierei con nessun altro al mondo». E quindi, chi meglio di lui e di Maria possono comprendere le difficoltà che vivono i due pastori di Mercogliano, Antonio e Concettina, che hanno perso più di 40 capi di bestiame?
«Mi è venuto dal cuore aiutare chi ha subito la mia stessa sorte» racconta Daniele che da 14 anni, con sua moglie, alleva le comisane, pecore siciliane da latte, portandole a pascolare tra Roccamandolfi e Macchiagodena.
Lì, su quelle montagne meravigliose, immersi nel verde e nel silenzio, Daniele e Maria lavorano duramente e senza conoscere svaghi e riposo. Ma senza perdere mai l’umanità e il desiderio di sostenere chi, come loro, rischia di perdere tutto in una notte di festa. Così come dalla Sardegna, Valerio Piredda aveva fatto con loro.
ppm

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