Non ha sposato solo un molisano. No, ha giurato il suo impegno ad una intera comunità, ad una regione. Mettendosi a disposizione, con le sue competenze e con quella passione che la anima da sempre, per far sì che non diventi un luogo disabitato ma che invece sia un posto dove scegliere di vivere, dove poter visitare una mostra, dove scoprire meraviglie uniche, dove passeggiare nella storia e nella natura, dove partecipare ad un convegno, dove respirare cultura.
Marisa Rizzato è, a ragion veduta, una delle migliori ambasciatrici che il Molise possa vantare. Pur non essendo molisana, il ruolo lo ha guadagnato sul campo, con impegno e tanta passione.
Nata a Rovigo, si laurea nel 1976 all’Accademia di Belle Arti di Torino dove si forma al Teatro Stabile con gli scenografi del calibro di Bignardi, Job, Guglielminetti, Polidori. Lavora con registi che di cognome fanno Missiroli, Ronconi, Gregoretti.
Dal 1983 inizia il lavoro di costumista con il regista Salvatore Nocita in ‘Olga e i suoi figli’ con Annie Girardot. Prosegue poi la sua carriera costellata di successi come scenografa in numerose fiction da record di ascolti con i registi Vittorio De Sisti, Caiano, Cane. Nel 1998 la prima e fortunatissima serie con la Lux. Comincia la saga di ‘Don Matteo’ con la regia di Enrico Oldoini con il quale collabora a lungo e anche nel film ‘Tredici a tavola’ e nella serie ambientata nella splendida Lecce, ‘Il giudice Mastrangelo’ con Diego Abatantuono, tra gli altri.
Dal 2006 al 2010 lavora per la serie ‘Il commissario Rex’ e dal 2001 al 2005 firma le prime due serie di ‘Elisa di Rivombrosa’ con la regia di Cinzia T.H. Torrini che le valgono il premio come Migliore Scenografia Fiction e veicolo pubblicitario turistico al Foreing Film Festival di Ischia nel 2006.
Trentatré anni di carriera che non si è affatto interrotta con la pensione. Perché è ancora protagonista, anche se si trova a centinaia di chilometri dai set cinematografici.
A Cantalupo nel Sannio, per essere precisi, dove adesso trascorre parecchi mesi (tra estate e inverno), dove organizza eventi e mostre, convegni e incontri assieme a tanti concittadini che credono nell’economia che la cultura è in grado di generare.
Economia che si vede, legata ovviamente ai beni e ai servizi, e che non si vede ma esiste: la crescita di una comunità generata da quei semi che vengono piantati assieme ad ogni evento che si organizza. Il recupero del bambinello, il Salvator Mundi custodito nella chiesa del Santissimo Salvatore, la mostra Sacrum 2, la passeggiata nel borgo con i pit stop culturali che fanno scoprire i tesori di una piccola comunità che partecipa con entusiasmo, diventando protagonista della crescita del proprio paese.
«Ho 66 anni, sono in pensione, vivo a Santa Marinella e ho sposato un molisano – racconta Marisa Rizzato -. Quando mi ha fatto conoscere Cantalupo, suo paese natio, mi sono subito innamorata del posto che mi ricorda il verde e i paesaggi del Piemonte. Abbiamo comperato casa nel 1988 e da allora, appena possiamo, viviamo in questa piccola e meravigliosa realtà.
Ora che siamo in pensione, passiamo due mesi d’estate ed un mese in inverno qui. Naturalmente io mi sono sempre attivata in tutti i periodi dell’anno: a Pasqua ho organizzato ‘la Passione’, a Natale ‘Il presepe vivente’, le mostre di presepi, coinvolgendo sempre tutto il paese come figuranti. D’estate ho sempre organizzato mostre d’arte, eventi, sfilate di abiti da sposa.
Mi piace vivere il luogo in cui passo le mie vacanze. E insieme ad un gruppo di persone non residenti, che amano spassionatamente questo paese, facciamo il possibile per farlo conoscere. E non solo Cantalupo: organizziamo piccole gite con le persone che arrivano e vogliono scoprire il territorio, dalla Transiberiana del Molise a Sepino, Castel San Vincenzo, Agnone, Venafro con i suoi splendidi Castello Pandone e il museo, e poi quello a cielo aperto di Casalciprano, allestito da un mio collega di Frosolone, Edoardo di Iorio.
Troppo lungo l’elenco – tira il fiato Marisa Rizzato – ma la soddisfazione più grande è il grazie delle persone che apprezzano i luoghi che faccio visitare ed il calore che metto nel’ raccontare’ fatti, storia ed aneddoti, luoghi che spesso nemmeno i residenti conoscono ma dei quali io sono ghiotta».
Come ghiotta è l’occasione di parlare di Molise come set cinematografico, tema di cui si discute da tempo senza arrivare al cuore della questione: l’istituzione di una Film Commission.
Chissà lo ‘sguardo’ di Marisa Rizzato cosa immagina, chissà l’occhio esperto della scenografa, che ha scelto il Molise, quali disegni avrà tratteggiato.
Lei confessa che il tema, ovviamente, non le è affatto sconosciuto. E rilancia, visto il vuoto che ancora si registra in merito all’idea di una Film Commission.
«Direi che basterebbe leggere e studiare gli statuti di organismi simili nati in Piemonte, in Puglia… Basterebbe copiarli diligentemente – ironizza -. Poi, andrebbe costituita una fondazione non a scopo di lucro ma con adeguati investimenti pubblici che veda al proprio interno professionalità competenti, che possano promuovere il territorio in maniera ‘positiva’ e non come in passato è accaduto, con l’immagine distorta che è emersa grazie ai film di Checco Zalone e anche al ‘Non ti muovere’ di Castellitto».
Non si nasconde dietro ad un dito Marisa Rizzato, non teme di esprimere le proprie perplessità.
«Persone competenti nel campo cinematografico – rilancia -, tutto il materiale video prodotto è puramente a scopo turistico e ovviamente non interessa alla cinematografia. Il percorso vi
sivo deve essere fatto con uno sguardo scenografico.
Quindi servirebbe a mio avviso una agenzia che abbia disponibilità di fondi ma anche e soprattutto competenze specifiche.
Mi sono messa a disposizione più volte per spiegare come dovrebbe funzionare ma non sono stata presa in considerazione. C’era sempre qualcun altro, pur senza l’esperienza necessaria. Come nel caso dei film sul treno storico oppure sui Sanniti, basato sul romanzo di Nicola Mastronardi.
I costi sono risultati talmente esorbitanti che solo la cinematografia americana lo avrebbe potuto realizzare ed anche in questo caso, purtroppo, è finito tutto con un buco nell’acqua».
Un racconto che non ha alcun intento accusatorio quello che Marisa Rizzato imbastisce come una scenografia alla quale vorrebbe contribuire.
«A me – confessa, mentre si preoccupa dell’allestimento di una mostra sui set cinematografici nelle ville tuscolane con l’associazione scenografi e costumisti di Cinecittà e promosso dall’ente Ville Tuscolane che si terrà nelle scuderie di Villa Aldobrandini a Tivoli, a fine primavera 2023 – piacerebbe moltissimo, e lo penso da sempre: girare qualche film in Molise, restituire quella identità che ha portato moltissimi turisti a Gubbio, grazie a “Don Matteo” oppure in Piemonte grazie a “Elisa di Rivombrosa”.
Per ora organizzo eventi locali che mi divertono molto e dove la soddisfazione è tanta ed è rappresentata dal grazie dei miei concittadini di Cantalupo e dintorni».
E non è affatto poco.
lucia sammartino

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