Rispetto al 2019, emergono segnali d’allarme dalla ‘mappa’ delle denunce fornita anche quest’anno dal dipartimento di Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno ed elaborata da Il Sole 24 Ore.
E l’sos arriva proprio dalla provincia di Isernia che, in controtendenza rispetto al trend nazionale che fa registrare un deciso calo dei reati, registra invece il segnale opposto.
Confrontando i dati 2021 con quelli del 2019 – quindi prima della pandemia e quindi del lockdown che di fatto ha fermato anche i malviventi e i malintenzionati – si registra una diminuzione generalizzata in termini quantitativi degli illeciti in tutte le aree metropolitane, quindi le grandi città che di solito – anche per questioni meramente statistiche – fanno registrare numeri con il segno più. E mentre Milano segna un -11,8%, Roma -6,8%. Firenze, Venezia e Bologna con flessioni rispettivamente a -24,6%, -17,8% e -15,3 per cento, la provincia di Isernia (in compagnia di quella di Piacenza) nel 2021 ha registrato un incremento della criminalità rispetto al 2019.
Sul territorio della provincia, che si posiziona a metà della classifica generale dei reati denunciati ogni 100mila abitanti, nel 2021 i reati sono cresciuti dell’8,8% rispetto al 2019.
Pesano gli omicidi stradali, ai quali si aggiungono le associazioni per delinquere e gli incendi.
In provincia di Isernia, che è al 49esimo posto della classifica generale del Viminale, nel 2021 sono state presentate 2mila 433 denunce. Sono state 255 quelle per danneggiamento, otto per l’ipotesi di reato di omicidio colposo, 5 per omicidio stradale (la provincia è prima in classifica, ovviamente in rapporto alla popolazione), dieci le denunce presentate per violenza sessuale (13esimo posto), 466 per furto, 19 per furto con destrezza, 31 per furto di autovettura, 49 per furti in esercizi commerciali, 157 per furti in abitazione, 16 per furto su auto in sosta, quattro per rapine in abitazione, 13 per rapina, 5 per rapine negli esercizi commerciali, 15 per estorsione, tre per associazione a delinquere, tre per riciclaggio e impiego di denaro, 47 per incendi, 380 per frodi informatiche, 41 per reati connessi agli stupefacenti, 30 per spaccio, 11 per delitti informatici, 20 per contraffazione di marchi e prodotti industriali, 23 per percosse, 85 per lesioni dolose, 146 per minacce, 11 per danneggiamento seguito da incendio e ben 873 per ‘altri delitti’ (dato questo che porta la provincia al quindi posto della classifica dei 107 capoluoghi di provincia in rapporto sempre alla popolazione).
Numeri sotto controllo per le denunce presentate per furto con strappo e furto di ciclomotori (una), tre quelle presentate per rapine in strada, quattro per produzione e traffico di stupefacenti.
Nella casistica diffusa dal Viminale, le tipologie di reato sono suddivise per categorie: in provincia, fortunatamente, nel 2021 non si sono registrati omicidi volontari, tentati o preterintenzionali, infanticidi, incidenti sul lavoro, violenze sessuali in danno di minori di 14 anni, furti di moto di grossa cilindrata, rapine in banca, reati di usura, di associazione di tipo mafioso, contrabbando, sfruttamento della prostituzione e pornografia minorile, violazione alla produzione intellettuale.
La fotografia dei reati commessi 2021 nelle province italiane cristallizza anche scenari purtroppo consolidati: se Milano è la capitale dei furti in generale, Barletta è in cima alla classifica per quelli d’auto. Se Napoli primeggia prima per furti con strappo, di motocicli e contrabbando, Gorizia guadagna il podio per le truffe e le frodi informatiche e Vibo Valentia quello per le minacce. Emergono anche alcune novità: il primato di La Spezia nei reati legati agli stupefacenti, quello di Matera per le denunce di incendi, quello di Enna per gli omicidi volontari e due province agli antipodi geografici – Biella e Ragusa – prime rispettivamente per estorsioni e usura.
«Più denunce, però, non significa per forza meno sicurezza. Innanzitutto – si legge su Il Sole 24 Ore che ha elaborato i dati del Viminale – perché la sicurezza urbana è influenzata anche dalla percezione stessa che ne hanno i cittadini. Ma anche perché i dati sulle denunce riflettono la propensione dei cittadini a presentarle, legata a diversi fattori: la differente “soglia del dolore” della cittadinanza verso il crimine; il grado di fiducia nelle forze dell’Ordine; la più o meno efficace presenza delle istituzioni sul territorio. A cui si aggiungono i flussi turistici: l’elevato passaggio di persone su un territorio diventa spesso bersaglio della micro-criminalità, ad esempio di borseggiatori attirati in loco dalla possibilità di “fare cassa”».
Sulle colonne de Il Sole 24 Ore anche le dichiarazioni del sindaco Castrataro. «Il nostro Comune è circondato da una provincia che si sta via via spopolando – ha spiegato il primo cittadino – e questo la rende meno presidiata e più vulnerabile sul fronte degli incendi, per esempio. Le associazioni per delinquere sono purtroppo frutto di alcune infiltrazioni criminali nelle zone più depresse della provincia, quelle al confine con la Campania».

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