«Hanno trovato il modo per non farci scappare dal Molise, ci tengono intrappolati sulla Trignina».
Se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da ridere: il ragionamento di un professionista isernino, che ieri mattina approfittando del ponte del 2 giugno ha pensato di raggiungere la costa utilizzando la strada a scorrimento veloce che dal capoluogo pentro e dal suo hinterland porta al mare, racchiude il senso di un sentimento che i molisani conoscono bene. La rassegnazione mista all’indignazione.
Una comunità che è davvero ostaggio delle sue infrastrutture viarie, carenti e troppe volte affatto sicure.
Un rapido giro sui social e il pensiero del professionista isernino che ha contattato il cronista per raccontare la sua giornata qualunque sulle strade molisane è in pratica il leit motiv di ogni bacheca.
C’è chi ha azzardato persino il viaggio sulla Bifernina e, rimasto incolonnato, ha deviato sulla Trignina facendo la stessa fine.
«Mentre si discute di autostrada, senza illustrare un’idea progettuale, senza far comprendere come si dovrebbe realizzare, con quali fondi e quali costi, mentre il Molise si appresta ad essere una delle regioni con il maggior incremento di turisti, noi abbiamo le strade di collegamento ordinario che sono impraticabili.
Perché non si pensa dapprima a rendere sicure e funzionali le vie di collegamento che abbiamo, che percorriamo ogni giorno e anche due volte al giorno?» incalza il cittadino con un lungo messaggio audio su Whatsapp.
Il nervosismo è palpabile, la sua auto è incolonnata da minuti interminabili e quella che doveva essere una giornata diversa dal solito – magari una sorta di via di fuga dalla routine e dal maltempo che ormai ogni pomeriggio, con precisione quasi svizzera, si affaccia con lampi, tuoni, bombe d’acqua e allagamenti sulle aree interne del Molise – diventa un’odissea.

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