Non è una questione che resta confinata all’alta valle del Volturno, ai comuni e alle comunità della provincia di Isernia che potrebbero essere interessati dalla realizzazione della centrale di pompaggio Pizzone II.
No, il progetto di Enel Green Power riguarda tutti anche chi, in quei territori, non vive. Lo dimostra anche la posizione del Gruppo Pacifico Popolare di Bojano che interviene in merito alle vicende ormai note che riguardano l’ipotesi di realizzazione della centrale che utilizzerà le acque del lago di Castel San Vincenzo e che saranno al centro di un sit in pubblico che si terrà domenica a Pizzone convocato da un comitato di cittadini intenzionato ‘a vendere cara la pelle’.
«Il mega progetto Enel per la produzione di energia elettrica sfruttando le acque del lago di Castel San Vincenzo, mediante una centrale idroelettrica ci irrita moltissimo – spiega Carmine Prioriello a nome del gruppo civico -. Vorremmo sapere chi ci guadagna se non la società che lo realizza – la sua domanda, evidentemente retorica -. Ricordo a tutti che il parco turistico l’Oasi delle Mainarde sulle rive del lago, nel cuore del Parco nazionale di Molise, Abruzzo e Lazio. Che in quest’area incontaminata e a forte attrazione turistica ci sono attività economiche preesistenti che danno lavoro e nello stesso tempo promuovono il territorio. Considerato che il Molise si sta spopolando a vista d’occhio perché non riescono a fornire lavoro e opportunità ai giovani, non arrechiamo ulteriori danni. E non dimentichiamo che questa zona è ricca di tartufo Magnatum Pico, qualità di eccellenza: è facile intuire le conseguenze negative sulla produzione di questa specie.
La realizzazione di questo impianto – commenta ancora il Gruppo pacifico popolare di Bojano – è una delle cose peggiori che può accadere nella nostra regione: la sua realizzazione avrà un forte impatto ambientale e non solo per l’uso massiccio delle acque del lago. La Regione dovrebbe tutelare al meglio non solo questo sito turistico con leggi opportune ma dovrebbe riconoscere il tartufo come prodotto di interesse strategico regionale. Nel Molise la produzione di energia elettrica ha più che raddoppiato i consumi, riesce quindi difficile vedere quale sia l’utilità del progetto Pizzone II. Oramai siamo al collasso – concludono i referenti del gruppo civico -, la politica deve fare il proprio dovere: è inaccettabile che una regione bella come la nostra venga assaltata come una diligenza del Far West. Come gruppo siamo pronti alla mobilitazione come abbiamo fatto con le biomasse: rimanere oggi nel Molise, solo per quel senso di appartenenza alla nostra terra, significa difenderla. E lo faremo, come abbiamo già fatto in passato».

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