Prevedibile la reazione (scomposta) della Chiesa vetero cattolica Fidelitas alla notizia del decreto del vescovo Cibotti che, nelle scorse ore e subito dopo aver appreso la vicenda, ha ammonito i suoi fedeli a non partecipare alla celebrazione del patriarca don Maurizio Raimondo, prevista per oggi pomeriggio a Rocchetta al Volturno.
Nessun attacco alla Costituzione, alla libertà di culto come invece sostengono. Nessun avvertimento perché non si tenga la cerimonia di benedizione degli animali nello spazio antistante il Comune.
Camillo Cibotti, vescovo della Diocesi di Isernia-Venafro (che viene appellato come signore dagli esponenti della Chiesa vetero cattolica Fidelitas, a dimostrazione del mancato riconoscimento del suo ruolo e del suo compito all’interno della Chiesa Cattolica), non la prende alla lontana e sintetizza il proprio pensiero, quello che lo ha guidato quando ha emanato quel decreto.
«Le mie parole non erano di certo riferite al patriarca ma ai miei fedeli, perché solo loro mi interessano – spiega con pacatezza monsignor Cibotti, raggiunto ieri pomeriggio a telefono -. Io devo salvaguardare, custodire la fede del popolo di Dio come pastore della mia Diocesi. Non si può pretendere che il vescovo non renda note le notizie che riguardano questa sedicente chiesa, che è scismatica, ai suoi fedeli. Io voglio aiutare il popolo di Dio a capire, non tocco minimamente né la persona del patriarca né altro. Il mio decreto è rivolto esclusivamente ai fedeli».
Oggi pomeriggio, a meno di decisioni dell’ultima ora ma che non sembrano plausibili stante la ‘replica’ del segretario del patriarca (in pagina, ndr), ci sarà la celebrazione di Maurizio Raimondo che, a quanto è stato possibile apprendere, guida la Chiesa Vetero Cattolica Fidelitas proprio da Rocchetta dove sembra viva e abbia la residenza.
Motivo per il quale, con molta probabilità, la celebrazione avviene proprio in quel piccolo paese della Valle del Volturno, lontano dai riflettori che, però, si sono accesi comunque.
L’ammonimento del vescovo Cibotti, messo nero su bianco non appena avuta notizia della celebrazione e divulgato anche al termine delle celebrazioni religiose di domenica scorsa nelle chiese della diocesi stessa, non è di certo consueto. Ovvio che susciti curiosità, richieste di chiarimenti.
L’ammonimento solenne, come ormai noto, è stato rivolto ai fedeli perché quel patriarca, don Maurizio Raimondo, non appartiene alla chiesa Cattolica e non è in comunione con essa.
Quindi, i fedeli che intendono partecipare a tale celebrazione o ad altra pratica di culto, sia in questa occasione che in altre, rischiano di incorrere nel delitto di scisma e di conseguenza nelle pene previste dalla normativa canonica. E cioè la scomunica latae sententiae.
Il richiamo non è di certo indirizzato ai rappresentanti della Chiesa Vetero Cattolica Fidelitas, non c’è alcun invito a non tenere la celebrazione. «Ognuno è libero di manifestare – rimarca Cibotti – ma io ho il dovere di aiutare il popolo di Dio a capire».
E basta fare una rapida ricerca in rete, per avere chiaro il quadro: come Primo Piano ha riportato nell’edizione di domenica scorsa, sul sito della Chiesa Vetero Cattolica Fidelitas si legge che il patriarca Maurizio Raimondo, classe 1972, di origini casertane, «è un prete ma non appartiene né alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana né tanto meno alla Santa Chiesa Russa».
Celebra messa nelle case, veste da sacerdote e vanta contatti con Renato Raffaele Martino, il noto cardinale anti Bergoglio, tra i sostenitori dei “dubia” sulla esortazione apostolica Amoris Laetitia e soprattutto tra i fautori dell’accademia teocon di Steve Bannon nell’antica Certosa di Trisulti a Collepardo. E proprio dal Vaticano, è arrivata l’ammonizione di scomunica per chiunque lo segua. Un caso simile è accaduto, infatti, nel 2019 nel Frusinate quando Raimondo non ne era ancora il patriarca: una ammonizione simile a quella di Cibotti è stata affissa in tutte le chiese della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo. Quel sedicente ministro, il senso della comunicazione di allora, non appartenente alla Chiesa cattolica né in comunione con Essa. Nonostante vada in giro “vestito da prete”, con camicia scura, collarino bianco e paramenti liturgici, Maurizio Raimondo non fa parte di alcuna delle diocesi della Chiesa Cattolica, né avrebbe quindi alcun permesso a celebrare messa e ad amministrare i sacramenti. Martino, insieme a Raymond Burke, capofila dell’opposizione a Papa Francesco, è anche tra i principali sponsor dell’Accademia sulla bioetica del Dignitatis Humanae Institute, che dovrebbe diventare l’incubatrice del sovranismo mondiale ispirato al pensiero politico di Steve Bannon.

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