Indossano quasi tutti le magliette che riportano il logo del coordinamento. Il no alla centrale Pizzone II è chiaro, colorato, evidente.
Il Consiglio regionale avrebbe dovuto discutere la mozione sul progetto presentato da Enel al ministero per l’Ambiente e la Sicurezza energetica (la cui fase di valutazione di impatto ambientale e di incidenza è sospesa fino al 13 gennaio) e fuori dal Palazzo i rappresentanti del coordinamento aspettano di conoscere le decisioni che saranno assunte dall’assise.
La mozione non viene discussa (arriverà in Aula il prossimo martedì) ma il presidente della Regione, Francesco Roberti, terminata la seduta esce dal palazzo, attraversa la strada e si ferma a ragionare con chi è presente.
Un capannello di persone intorno, domande e esternazioni a raffica (immortalate in un video pubblicato proprio sul profilo Fb del Coordinamento No Pizzone II), ma non c’è scontro, non ci sono toni eccessivi. L’argomento interessa, e molto, tutti quei cittadini che in un caldo pomeriggio di ottobre hanno scelto di andare a capire di persona. E interessa anche la politica: Roberti non si è infilato in macchina ed è andato via. Si è fermato su quel marciapiedi per ascoltare, rispondere, ragionare.
«Non ci sono solo cittadini della valle del Volturno – sintetizza una componente del coordinamento – siamo qui non perché andiamo al lago d’estate ma perché vogliamo tutelare tutto il nostro territorio».
Il presidente Roberti prova ad argomentare, viene interrotto spesso dalla foga di chi chiede alla Regione Molise di pronunciarsi ancora e definitivamente per il no. Si chiede che il Consiglio regionale dica no al progetto. Che si pronunci definitivamente.
Il governatore è uomo concreto. Occorre attenzione, prova a spiegare, il rischio è che opere di interesse nazionale ci passino sopra la testa la sintesi del ragionamento che si basa anche su questioni che conosce bene e che cita come esempio. La centrale turbogas, nel caso di specie.
«Enel sostiene che non andrà avanti contro la nostra volontà – il ragionamento di uno dei cittadini presenti al sit in – dobbiamo essere tutti compatti nel dire no, dobbiamo difendere insieme il nostro territorio. Dimostriamo per una volta che la politica è al fianco dei cittadini».
Il presidente non tentenna. «Certo – dice, con le parole che poi si perdono nel vociare di tutti, perché il fatto di poter confrontarsi con il governatore della Regione, fuori dal Palazzo, su un marciapiedi, è una occasione che nessuno vuole lasciarsi sfuggire – ci dobbiamo capire, però: il giochetto della politica a me piace poco – spiega, sibillino -. La Regione ha già dato parere negativo», ricorda e puntualizza Roberti accompagnando le parole con i gesti.
E sembra sia chiaro anche come procedere. Perché, s’intuisce, opporsi per il solo fatto che le acque del lago non saranno più utilizzabili, potrebbe non valere poi così tanto nella partita a scacchi che si sta giocando. Che reca la sigla del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che si riferisce alla transizione ecologica, che parla di fabbisogni energetici da soddisfare.
Bisogna puntare dritto su quelli che sono gli esiti, irrimediabili, dell’impatto che avrebbero le opere che servono a realizzare quella centrale. Quelle sono impattanti, quelle potrebbero essere la mossa per fare scacco matto. Ci sono cittadini di tutte le età, su quel marciapiede: ognuno ha una questione da porre, ad ognuno il presidente Roberti rivolge lo sguardo. Ascolta. E chissà se si farà proprio a Castel San Vincenzo una seduta di Consiglio regionale come più volte gli chiede un esponente del coordinamento.
I capelli bianchi tradiscono l’età anagrafica ma quella non fa la differenza quando si difende la propria terra.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.