Il coordinamento No Pizzone II si riunisce nella prima assemblea generale: un momento, quello in programma domenica alle 15.30 all’oratorio di via Calvari a Colli al Volturno, per decidere insieme le iniziative da affrontare con l’obiettivo di contrastare il progetto di realizzazione della mega centrale idroelettrica.
Domani pomeriggio (sabato 18 novembre), inoltre, nell’ambito delle interessanti iniziative di approfondimento promosse ormai da mesi con cadenza ciclica dall’associazione Terra Sancti Vincentii, a Castel San Vincenzo (ore 18) si terrà l’incontro con il sindaco di Civitella Alfedena Giuseppe Rossi: con lui si affronterà il tema delle opportunità di sviluppo dei paesi del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise che verrebbero evidentemente compromesse dalla realizzazione della centrale di ripompaggio delle acque degli invasi artificiali di Montagna Spaccata e Castel San Vincenzo.
Solo qualche giorno fa, a Castel di Sangro, un’altra assemblea pubblica, molto partecipata, per approfondire i documenti tecnici depositati da Enel al ministero per l’Ambiente e la sicurezza energetica: dal rischio sismico all’impatto sulle acque, dal depauperamento del territorio e del suo ricco habitat in termini di flora e fauna alle ripercussioni sul turismo, tantissime le criticità di un progetto che rischia di stravolgere il territorio della valle del Volturno e di parte del Pnalm, le attività economiche che negli anni hanno invece puntato proprio sulla sostenibilità ambientale e sulla ricchezza di un patrimonio da tutelare e preservare.
L’iter autorizzatorio per la realizzazione della centrale Pizzone II è attualmente sospeso e lo sarà fino al 13 gennaio, giorno in cui scadranno i 120 giorni richiesti da Enel con l’obiettivo di aprirsi al confronto con il territorio per ascoltare le istanze di chi vive quella porzione di Molise dove una centrale idroelettrica c’è già. Potrebbe esserne ripresentato un altro, meno impattante: sembra, infatti, che la società si sia affidata ad uno studio di professionisti svizzeri per modificarne la portata e l’impatto sul territorio.
Ma il coordinamento No Pizzone II – che riunisce sotto una sola voce associazioni e cittadini che intendono fermare gli iter di qualsiasi tipologia di centrale idroelettrica – si è espresso chiaramente: quel progetto e quelli che verranno non si dovranno realizzare, senza se e senza ma. Sulla stessa lunghezza d’onda, anche se con qualche distinguo, Legambiente che l’8 novembre scorso ha protocollato al Mate le proprie osservazioni in merito, con le 11 criticità rilevate. Ma le sezioni regionali di Molise e Abruzzo dell’associazione ambientalistica hanno anche specificato che servirebbero maggiore coinvolgimento dei territori interessati, un tavolo interregionale che possa avanzare proposte e soluzioni perché la transizione ecologica non è rimandabile. Quindi sì alle centrali di ripompaggio ma non a quelle che devastano i territori e arrecano più danni che benefici.

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