Daniele Saia, sindaco socialista come rimarcano i vertici del suo partito con legittima soddisfazione, è da qualche ora anche il nuovo presidente – espressione del fronte progressista – della Provincia di Isernia.
Risultato preconizzato non appena ufficializzate le candidature e conseguente al metodo del voto ponderato che regola questa tipologia di elezioni riservata solo agli amministratori. I dati ufficiali, intanto: il primo cittadino di Agnone (che riporta il centrosinistra alla guida dell’ente di via Berta) ha incassato il 53,21% delle preferenze. Il che in termini di voto ponderato fa 49.765. L’uscente Alfredo Ricci, sindaco riconfermato di Venafro, porta a casa il 46,79% delle preferenze (43.761 voti ponderati).
Come ormai noto, i 52 comuni della provincia sono divisi in tre fasce che hanno un peso diverso in termini di ‘valore’ del voto. In fascia A la maggior parte delle amministrazioni della provincia, i piccoli comuni che avrebbero dovuto premiare maggiormente Alfredo Ricci ma proprio così non è andata. Il sindaco di Venafro si aspettava molti più consensi rispetto ai 276 voti incassati che, come voto ponderato, fanno 17mila 940. La fascia A (al voto 441 amministratori) consegna 163 voti a Saia, 10.595 quindi in termini di voto ponderato.
In fascia B c’è solo il Comune di Agnone e Saia, ovviamente, fa man bassa: su 13 voti, 10 sono i suoi (uno in più rispetto alla maggioranza che lo sostiene). E quindi in termini di voto ponderato, porta a casa 23.070 mentre il competitor Ricci solo 6.921.
In fascia D ci sono Isernia (a trazione centrosinistra) e Venafro (a trazione centrodestra): Saia incassa 23 preferenze e quindi 16.100 voti ponderati. Ricci porta a casa 27 voti e quindi 18.900 ma è la somma che fa il totale, come direbbe qualcuno, e così finisce che vince il sindaco di Agnone che conquista il palazzo di via Berta.
Ovviamente l’analisi dei dati, a caldo, ha lasciato grande amarezza nel centrodestra. Sotto accusa un meccanismo perverso, una stortura istituzionale come ha detto il consigliere Raimondo Fabrizio ai microfoni di Teleregione subito dopo lo spoglio: «qualcosa non ha funzionato nel centrodestra», il commento che prelude ad una fase di verifica dei dati che ovviamente sarà compiuta nei prossimi giorni.
Ci va giù duro l’ormai ex vicepresidente Nicola Di Biase che al collega Pasquale Damiani confessa la superficialità con la quale il centrodestra (a carattere regionale) avrebbe affrontato le elezioni per la Provincia, e non solo quella di Campobasso alla luce del risultato consegnato alla storia domenica 19 novembre. Assurdo che una rappresentanza del 5% abbia una capacità di voto del 30, la sintesi del ragionamento che coinvolge anche la riforma Delrio, ormai ineludibile.
E proprio Di Biase rimarca come si sia ripetuto l’errore commesso per Palazzo Magno, come si sia consegnata la Provincia di Isernia alla minoranza. Nel fronte progressista, invece, i sorrisi sono finalmente distesi. I numeri anticipavano quello che sarebbe stato il risultato anche se qualche cosa non deve aver funzionato nemmeno tra Isernia e Venafro, Fascia D. Il centrosinistra a Isernia conta su 21 consiglieri. Mancano due voti all’appello: potrebbero essere arrivati da altrettanti consiglieri di Venafro, due forse di quei 5 che avevano annunciato che non avrebbero votato né per l’uno né per l’altro, fatto questo da escludere visto che alle urne si sono recati tutti e non ci sono schede bianche. A Venafro la maggioranza Ricci conta su 12 consiglieri, quindi gli altri 15 voti arrivano dalla minoranza di Isernia (11) e gli altri? Forse da almeno 3 consiglieri venafrani che ci hanno ripensato e hanno scelto di puntare su Ricci magari per ‘campanilismo’? Il tutto con l’incognita Falcione che potrebbe aver deciso di sostenere Saia o di dare forza a Ricci…
Ma, anche in questo caso, è la somma che fa il totale. E il neo presidente Saia non intende affatto prestare il fianco alla polemica presta alla polemica: godiamoci la vittoria, il suo commento a caldo, con una promessa. Andremo al di là dei compiti della Provincia, che diventerà una Camera dei Comuni. Perché è proprio ai piccoli che lui guarda con particolare attenzione, con il desiderio di costruire un ente diverso. I suoi ringraziamenti agli amministratori che lo hanno scelto, ai partiti e ai movimenti che lo hanno sostenuto, al territorio dal quale è arrivato un segnale importante.
«Da Agnone e dall’Alto Molise porterò impegno, metodo e passione per lavorare uniti a beneficio del nostro svantaggiato territorio provinciale. Abbiamo tanto lavoro da fare – spiega Saia fra le altre cose – sulla viabilità quanto sulla creazione di una visione integrata di sviluppo. Certamente non sarà semplice ma sono sicuro che con il lavoro e l’unione di intenti potremo portare un grande contributo. Ringrazio l’amico Alfredo Ricci, presidente uscente, per il dedito lavoro svolto in questi anni con passione. Il nostro tempo ci pone grandi sfide amministrative per le quali servono programmazione, serietà, visione e unità di intenti. Noi siamo pronti».
Alfredo Ricci, il presidente uscente che aveva puntato anche sul valore della filiera istituzionale, commenta l’esito del voto intercettato domenica sera dai colleghi di Isnews e rimarca come sia mancato l’impegno del centrodestra in suo sostegno.

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